martedì 31 maggio 2016

CULT MOVIE: Signora per un giorno



Titolo: Signora per un giorno
Titolo originale: Lady for a Day
USA 1933
Cast: May Dobson, Warren William, Glenda Farrell.
Sceneggiatura: Robert Riskin
Regia: Frank Capra
Durata: 94’

New York era (ed è tutt'ora) la metropoli dei sogni, ma nell'era del proibizionismo non tutti se la passavano bene. Come la venditrice di mele 'Apple' Annie (May Dobson), donna povera e sola, minata dall'alcolismo. Annie viene aiutata dalla comunità locale e da Dave “Lo sciccoso” (Warren William) un business dai contatti poco puliti che vede nelle sue mele un portafortuna per i suoi affari. 
Annie ha una figlia, Louise, che vive in Spagna. Louise è convinta che sua madre sia una donna dell’alta società e a sorpresa arriva negli Stati Uniti per farle conoscere il fidanzato, un conte spagnolo. Annie è disperata e non sa come nascondere la verità. Ma ci pensa Dave ad aiutarla, facendola diventare una lady per un giorno.
Il cinema di Frank Capra apparentemente trasuda buoni sentimenti, ma in realtà riesce a cogliere con pungente ironia i cambiamenti della società americana, e in questo caso dell’America travolta dalla grande Depressione. Apple Annie è l’emblema della povertà in cui è caduta l’America dopo il crollo di Wall Street: sola, alcolizzata e indigente, riesce a sopravvivere grazie alle mele che riesce a vendere a Time Square, per mantenere un alto tenore di vita della figlia che ignora lo stato in cui versa la madre.
Annie si vergogna di dire la verità, e imbastisce una sceneggiata in cui appare come una ricca signora dell’alta società sposata con un lord. Ma si sa, le bugie hanno le gambe corte, e presto rischia di essere scoperta.
Capra gioca con i toni di una favola di una Cenerentola non più giovane, dove i poveri hanno una chance di cambiare la propria vita. Ma, come recita il titolo, Annie diventa lady per un giorno. E non è il New Deal Roosveltiano a darle una mano, bensì a prestarle soccorso è l’ambiguo Dave, che rappresenta un altro lato dell’America della Grande Depressione: il proibizionismo. Danny aiuta Annie giusto perché è il suo “porta fortuna” con le sue mele, ed è convinto di concludere grandi affari grazie a lei.
Danny cura i suoi interessi, ma alla fine è affezionato a questa povera vecchia che vuole solo il meglio per sua figlia. Un benessere illusorio che lei non ha potuto mai assaporare dalla vita.
Danny e la sua fidanzata, Missisipi Martin, creano una sceneggiata ad hoc per nascondere la verità a Louise, cercando nei “bassi fondi” un giudice che si paga l’affitto giocando a biliardo, che diventa per l’occasione il marito di Annie, e i suoi “scagnozzi” che diventano per l’occasione gente dell’alta borghesia, in un esilarante gioco di ruoli.
L’abito non fa il monaco e Annie si trasforma in una perfetta signora dell’alta borghesia grazie a un bagno, un bel vestito, una messa in piega e un finto marito: ma una volta finita la favola, la carrozza si trasformerà in una zucca e Annie ritornerà a vendere mele per le strade di New York. O forse rimarrà una lady. Perché nell'America di Roosvelt, c'è ancora una chance di rialzarsi e ricominciare da capo.
Ma Capra insieme ai buoni sentimenti zuccherini mette un po’ di cattiveria in questa favola, perché il futuro suocero di Louise, un conte spagnolo, vuole saperne di più sul suo conto e anche la stampa, che fiuta lo scoop cerca di saperne di più. E Annie non riesce a dormire sonni tranquilli, perché sa che sotto il bell’abito lungo si nasconde Apple Annie, la barbona che vende le mele a Times Square.
Ed ecco che Dave deve usare mezzi poco leciti a fin di bene, facendo sparire per qualche giorno i reporter ficcanaso e facendo credere che i suoi scagnozzi siano gente perbene.
Tutto è una menzogna. Ma una menzogna a fin di bene, pur di aiutare una donna in difficoltà. E ogni mezzo è lecito. Anche se è illecito.
Annie rischia di finire nei guai, ma la bontà della società Roosveltiana incarnata dal sindaco e dai rappresentati dello Stato, hanno la meglio e il bene trionfa all'ultimo momento. Ma c’è sempre un sottile velo di cinismo che aleggia in questa bella favola raccontata da Frank Capra, perché Lady for a Day è una commedia dei buoni sentimenti che è capace però di mostrare un lato dell’America schiacciata dalla povertà, anche se c’è ancora chi crede nell’altruismo.
Un senso di bontà apparente, dove la mano che viene tesa ad Annie proviene da un gangster e non dal New Deal, che per un giorno si ricorda degli indigenti e decide di guardare oltre, rendendosi conto che c’è uno strato sociale abbandonato a sé stesso. Tutto si risolve per il meglio, ma non sappiamo se la carrozza sulla quale è salita Annie si è trasformata nuovamente in una zucca.
Frank Capra preferisce lasciare in sospeso la storia di Apple Annie, imbastendo una bella commedia divertente e dai tempi comici perfetti, lasciando comunque una punta di amarezza e una critica nei confronti della società americana.


Voto: 8

LIEBSTER AWARD

uh, quanto mi piacciono i premi! Grazie a Non c'è paragone che mi ha premiata con il Liebster Award!
Le regole sono semplicissime: rispondere alle domande che mi hanno posto, nominare altri 11 blogger che hanno meno di 200 follower e porre loro undici domande, in modo da far conoscere il proprio blog e anche un po' chi si nasconde dietro la tastiera. Infine, come postilla, aggiungere 11 curiosità su se stessi.


  1. Qual è il film che piace a tutti, ma tu odi impunemente? Il film che proprio non riesco a farmi andare giù sono Star Wars e Titanic. E piovvero pietre!
  2. Il tuo lavoro/ambito di studio ha a che fare con il cinema oppure fai tutt'altro? Ma magari! 
  3. Che sport segui? Sono parecchio 'posh': mi piace seguire la scherma, danza su ghiaccio e non disdegno il volley. Il calcio mi annoia parecchio, ma seguo con piacere la nazionale.
  4. Cosa succede nella tua testa cuando noti un errore grammaticale gravissimo? Va in modalità 'mamma mia' Immagino i mamma mia che ho scatenato nelle teste dei lettori di Director's cult ahahah. Noto, ma non oso più fare la maestrina rompina. 
  5. Qual è il tuo libro preferito? A ciascuno il suo del mitico Sciascia.
  6. E uno che hai cominciato ma non sei mai riuscito a finire? Zanna Bianca.
  7. Hai mai messo una canzone in repeat talmente tante volte da impararla a memoria subito? Certo, il loop non manca mai nel mio lettore MP3
  8. Qual è la cosa di poco conto che ti fa più incazzare al mondo? La brava 'ggente' butta la carta per terra. O gli storditi che non guardano dove vanno perché sono troppo concentrati sui loro smartphone. 
  9. Amore o odio? Ammazzamenti o baci e abbracci? Ammazzamenti che finiscono in baci e abbracci
  10. Sei una brava persona come me che detesta le ship nelle serie TV oppure sei una di quelle che se non shippano muoiono dentro? Ma che roba è? Navi di fan che vanno alle reunion di Star Trek?
  11. Dì il nome di un paesino sconosciuto ai più che a te piace tantissimo. Nicotera in Calabria, ci ho vissuto 25 anni fa.
E questo Liebster Award invece viene da una new entry in casa Director's cult: La Collezionista di Biglietti. Grazie e complimenti per il tuo blog!

1. Il primissimo film che hai visto al cinema (se te lo ricordi) Annie, visto con i biglietti regalati dalla scuola il giorno della Befana alle elementari.
2. Se potessi diventare un personaggio cinematografico qualsiasi per il resto della tua vita, chi sceglieresti? Il primo personaggio che mi viene in mente è Randall di Clerks, per la sua innata capacità di mandare a quel paese la gente!
3. Una cosa che vuoi assolutamente fare prima di morire Trovare il mio Nirvana.
4. L'azione più sconsiderata che hai fatto Aver detto ai miei che lasciavo l'Italia per Londra una settimana dopo la prima volta. Aver 'abbandonato' il mio fidanzato per ritornare a Londra la seconda volta. Lasciare Londra con il fidanzato per andare a Manchester. Ops. sono tre! :-P
5. La tua citazione preferita Non fare agli altri ciò che non vuoi che gli altri facciano a te.
6. Il tuo passatempo preferito escluso l'intrattenimento Lunghe passeggiate al parco.
7. L'azione più ponderata che hai fatto, e quanto ci hai pensato prima di farla Aver lasciato l'Italia.
8. Più tipo da horror o da sentimentale? Sono una pisellona romantica! :-D
9. La cosa che più odi di Blogger, tutti ne abbiamo (almeno) una I cookie. Preferisco mangiarli.
10. Sei più tipo pantofolaio da divano e film o da serata movimentata? Sono vecia, trai le conclusioni... Ahahaha
11. Faccio come quelli che ti fermano per strada: "Qualè l'ultimo libro che hai letto?" Kitchen di Banana Yoshimoto

E fiocca un altro Liebster con un'altra new entry, HollywoodCiak che mi premia due volte facendomi conoscere il suo interessante blog!

Qual è il film che ti ha fatto innamorare del cinema? Quarto Potere di Welles. Anche se il primo approccio con il cinema d'autore fu con Ginger e Fred di Fellini.
2. Compositore preferito o colonna sonora preferita. Moulin Rouge! OST
3. Lingua originale o doppiaggio? Lingua oiginale. Il doppiaggio odierno fa sanguinare le orecchie. Anche se alcuni film li preferisco doppiati, specialmente le commedie.
4. Quale personaggio di un film ti sarebbe sempre piaciuto poter interpretare? Alicia in Notorious. Farsi salvare da Cary Grant... Perché la salva alla fine, vero? :-p
5. Record di film guardati uno dopo l'altro nell'arco della stessa giornata? Stessa giornata no, però ho visto Il giardino delle vergini suicide 4 volte in due giorni.
6. Qual è il film non ancora uscito che attendi con più impazienza? The Light Between the Ocean con la coppia Fassbender+Vikander e anche La La Land di Chazelle.
7. Festival del cinema: Venezia o Roma? Entrambi.
8. Cosa ne pensi delle case cinematografiche italiane che cambiano i titoli dei film stranieri prima di proporli al mercato italiano? Lo fanno anche gli inglesi con gli stessi sconcertanti risultati, quindi non mi scompongo neanche più di quel tanto.
9. Cinema monosala o multisala? Monosala - Cinema sala Ratti di Legnano. Anche se ora che vivo all'estero mi tocca il multisala con l'Odeon. Ma devo ancora scoprire il Cornerhouse, multisala, ma di nicchia!
10. Se dovessi organizzare un festival di cinema, quale aspetto ti piacerebbe far risaltare come tema dell'evento? Eclettismo, spazio ai giovani con le loro opere prime, più spazio amarcord.
11. Se vincessi un Oscar, chi ringrazieresti? La mammina! :-D

E ora 11 cose di me, per la serie 'non frega una ceppa a nessuno'.
  1. Odio il rosa. E odio la moda. Anche se non disdegno (alcuni) abiti e borse griffate per via dell'estetica e del design. Sogno una fottutissima Birkin come Samantha Jones di Sex and the City. 
  2. Il primo film che ho visto da sola al cinema è stato Ritratto di signora di Jane Campion.
  3. Sono mancina, e l'apriscatole è una rottura di scatole. Sogno il mancinorium di Ned Flanders.
  4. A 20 anni ho cominciato ad avere i primi capelli bianchi, che copro svogliatamente con la tinta.
  5. Ho un vecchio telefono che non ha neanche la fotocamera. Al rogo la mela.
  6. Quando mi trovo a disagio con le persone sparo cazzate. O parlo del tempo. Non so cosa sia peggio.
  7. Quando prendo un mezzo pubblico siedo sempre vicino al finestrino, e quando prendo il bus mi diverto ad andare al piano superiore per giocare alla turista.
  8. Sono una collezionatrice seriale di make up. 
  9. Quando andavo al liceo puntavo la sveglia di notte per registrare un film, poi tornavo a letto e la mattina non riuscivo ad alzarmi.
  10. Se mia mamma mi avesse comprato Tetris alle elementari, non avrebbe avuto bisogno della babysitter.
  11. Se non avessi studiato lettere avrei optato per la facoltà di architettura - disegno industriale. Se non ci fosse stata la maledetta matematica di mezzo...
Ed ora è arrivato finalmente il mio turno, le 11 domande a cui i blogger nominati dovranno rispondere: ovviamente non rinominerò quelli che mi hanno nominato, va da sè che se volessero rispondere nei commenti il loro contributo sarà ben accetto!

  1. Qual è il film che reputi 'monnezza totale'?
  2. Kindle o libro in versione cartacea?
  3. Preferisci andare al cinema da solo, o in compagnia?
  4. Il film che avresti voluto dirigere se fossi un regista.
  5. Il film che avresti voluto interpretare se fossi un attore/attrice.
  6. Se fossi il ministro della cultura per un giorno, che cosa faresti?
  7. Metteresti Baby in un angolo?
  8. Il libro che non smetteresti mai di leggere. La canzone che ascolti all'infinito. Il film che guardi ogni volta che viene trasmesso in TV.
  9. Gli americani voteranno Trump o Clinton? 
  10. Gli italiani invece ce la faranno a eleggere legittimamente  un presidente del consiglio prima o poi?
  11. La vacanza dei tuoi sogni.

E ora, le nomination:

Cooking Movies
In Central Perk
Criticissimamente parlando
Mari Red's Room
Ho voglia di cinema
Solaris
Moz O'Clock
Obsidian Mirror
Pensieri cannibali
Withe Russian
Non c'è paragone






domenica 29 maggio 2016

RECENSIONE: Money Monster



Titolo: Money Monster
Id., USA 2016
Cast: George Clooney, Julia Roberts, Jack O'Connell
Sceneggiatura:Alan DiFioreJim KoufJamie Linden
Regia: Jodie Foster
Durata: '96


L'economia è fatta di matematica e algoritmi, ma dietro c'è l'impronta umana che fa muovere il sistema.
E cosa accade quando quell'impronta digitale appartiene a un essere umano avido che, pur di alimentare il capitalismo, decide di corrompere e di mandare sul lastrico milioni di risparmi ?
I soldi sono un mostro. Il mostro si alimenta mangiando la tua vita, dopo averti ingannato con la bugia che bisogna essere ricchi per essere felici.
Il mostro è spietato, intaccando la fragilità di una classe sociale medio-bassa già fiaccata per essere considerata la catena più debole della società, finendo per essere sfruttata per le briciole di una torta che altri mangiano fino a scoppiare. E quando il mostro decide di farti assaggiare una fetta più grossa, ecco che pretende da te i sacrifici di una vita, assicurandoti un tornaconto da capogiro.
E' quello che pensa Kyle Budwell (Jack O' Connell), che usa tutti i soldi ereditati dalla madre facendo un investimento consigliato dal guru televisivo Lee Gates (George Clooney), che con il suo programma Money Monster, promette di fare ottimi investimenti. Minimo sforzo, massimo risultato. E' questo che ha spinto Kyle ha fare l'azzardo, d'altronde, con $14 dollari l'ora offerti dal minimo salariale non si può arrivare all'agognata felicità promessa dal mostro.
Kyle però perde tutti i soldi, per via di un glitch inspiegabile che fa perdere denaro non solo a lui, ma a tutti gli investitori della Ibis la cifra di $800 milioni.
La disperazione di Kyle lo porta a irrompere nello studio televisivo con una pistola, costringendo Gates a indossare un gilet carico di esplosivo, addossandogli la responsabilità della sua rovina e di conseguenza facendo scatenare un effetto domino per scoprire la verità su questo crollo finanziario.
Jodie Foster firma la sua quinta regia con Money Monster e usa un mezzo di comunicazione obsoleto come la TV per raccontare la 'solita vecchia storia' delle speculazioni finanziarie a danno della classe sociale più debole incarnata da Kyle, che vive con il minimo salariale arrivando a stento a fine mese, rendendolo un fallito agli occhi della fidanzata, e cerca di fare il salto di qualità con un investimento che gli permetta di guadagnare tanto denaro. I soldi, sempre questi maledetti soldi. Servono per pagare l'affitto, servono per avere l'assicurazione medica, servono per l'educazione. Puoi anche comprare la libertà. La libertà di fare quello che vuoi, di viaggiare, comprare la casa dei tuoi sogni, di assicurare al figlio di Kyle che verrà al mondo a breve la migliore scuola che gli assicuri il miglior futuro fatto di benessere. E cosa c'è di meglio nel mostro per poter avverare i propri desideri? Ci pensa 'la fatina' Gates a realizzare i sogni di Kyle, con i suoi balletti, la sua parlantina sciolta, il suo fare spavaldo e sicuro, rassicurando lui e gli altri creduloni che mangiano pane e TV che quell'investimento è sicuro. 
Però non aveva considerato il glitch, il bug. Nomi dal significato oscuro che servono a mascherare manovre finanziarie ambigue. Nessuno sa il perché, e Kyle vuole delle risposte. Ormai non ha più niente da perdere, vuole solo la verità. Gates mosso da pietà lo aiuta, un po' per salvarsi la pelle (è pur sempre un gran figlio di buona donna), un po' per scoprire la verità in modo da lavarsi la coscienza.
Jodie Foster prende la lezione di Quinto potere di Sidney Lumet, film profetico riguardo alla degenerazione dei media per offrire un ulteriore quadro di lettura nel Ventunesimo secolo, anche se l'uso dei mezzi di comunicazione non è cambiato molto: i media sono ancora oggi un modo per distorcere la verità, per manipolare l'informazione e di conseguenza le persone che preferiscono fidarsi ciecamente dei teleimbonitori pur di avere una soluzione immediata ai propri problemi.
Foster però alza il tiro per offrire uno sguardo più ampio a una società degenerata che stritola la sensibilità umana del più debole, che si fa sopraffare dal più forte. I soldi fanno girare il mondo, e poco importa se a farne le spese sono i valori umani che vengono a mancare quando il pubblico guarda distrattamente la televisione al pub e non si spaventa più di tanto nel vedere un uomo minacciato di morte che rischia di saltare in aria.
Gates da iniziale carnefice diventa a sua volta una vittima, una marionetta nelle mani della produttrice Patty Fenn (Julia Roberts), cinica producer che fiuta ascolti da capogiro, e che tramite un auricolare, gli fa tenere la situazione sotto controllo in nome dell'audience.
La grande attrice se dimostra solido mestiere nel dirigere gli attori (anche se Jack O' Connell si mangia i pur bravissimi Roberts e Clooney in un boccone), centra più o meno l'obiettivo, mescolando troppi ingredienti senza farli amalgamare in maniera omogenea. E' come la maionese, che se non calibri bene gli ingredienti 'impazzisce',  il film all'inizio sembra sfuggirle di mano mettendo insieme tutte le tematiche (volutamente sopra le righe) che vuole raccontare in soli 96', per poi riprendersi alla grande quando si focalizza sulla verità dietro a quel glitch - facendo uscire Kyle e Lee dallo studio, rendendoli protagonisti di 'quella mattinata di un giorno da cani' - arrivando a immaginare a un finale che sa di utopia, dove si ottiene la verità e una giustizia per i veri Kyle che combattono ogni giorno per portare a casa la pagnotta. Giustizia che probabilmente nella vita reale non avverrà mai.

Voto: 7+

A.M.
Questo post nasce da una vera conversazione e collaborazione con MovieCamp
 su  own your 





giovedì 26 maggio 2016

MONOGRAFIA: Gal Gadot



E' la nuova Wonder Woman, e di fantastico ha una vittoria come miss Israele, un paio di anni a servizio delle Forze di Difesa Israeliane e un 'lavoro' come membro della 'Toretto Crew' nel franchise Fast and Furious, ruolo che le apre le porte del cinema.
Lei è Gal Gadot, nata a Rosh HaAyn il 30 aprile 1985 e nuovo astro nascene del cinema USA. 
Gadot ha vinto il titolo di Miss Israele a soli 19 anni e dopo una carriera come modella, è entrata nel mondo del cinema cercando di ottenere il ruolo della bond Girl Camille Montes in Quantum of Solace (2006),  il secondo film della saga di 007 interpretata da Daniel Craig. 
Il ruolo non lo ottiene, ma il direttore del casting decide di affidarle il ruolo di Gisele Harabo in Fast and Furious - solo parti originali, ruolo adatto a lei più per la sua esperienza in campo militare che in campo attoriale, e tra il 2009 e il 2013 Gadot entra nella 'famiglia' di Fast and Furious recitando anche nel capitolo 5 e 6 della saga, .
La sua carriera di donna d'azione è lanciata, e al pari di Tom Cruise (con la quale recita in Innocenti bugie nel 2010 nel ruolo di Naomi) non ha bisogno della controfigura per le scene di action. Il genere action/trhiller le piace a tal punto da prendere parte in Codice 999 e Criminal a fianco di Kevin Costner, entrambi usciti nel 2016.
Nel 2013 viene scelta per il ruolo di Diana Prince/Wonder Woman, che viene introdotta nel blockbuster Batman Vs Superman: Down of Justice, per poi interpretare due film della saga Justice League di cui uno sarà protagonista assoluta. La pellicola è diretta da Patty Jenkins ed è ambientata durante la Seconda guerra mondiale, e ha un cast super femminile: oltre a lei ci sarà anche Connie Nielsen, Lisa Loven Konsli e Robin Wright.
Super donna per una super eroina, Gal Gadot è veramente una wonder woman dotata anche di una forte femmilità, tale da diventare il volto del nuovo profumo Gucci Bamboo. Forte e sofisticata, è perfetta per diventare l'erede (cinematografico) di Linda Carter, l'indimenticabile Diana Prince del telefilm di culto. 

martedì 24 maggio 2016

LEZIONE DI CINEMA: Il campo/controcampo in The Master



Immagina di assistere a una partita di tennis e ti concentri a guardare prima un tennista, e poi il suo avversario. Più o meno accade così nel cinema, grazie alla tecnica del campo/controcampo. Questa tecnica viene creata tramite il montaggio, che produce due distinte inquadrature speculari. Nel montaggio il campo/controcampo viene spesso utilizzato pre le scene di dialogo, creando questo 'effetto ping-pong' (eluso egregiamente da Jean-Luc Godard ne Il disprezzo, dove il regista francese usa la carrellata da sinistra a destra durante una scena di conversazione tra il personaggio di Brigitte Bardot con il marito). 
Il campo/controcampo può essere dal punto di vista soggettivo (cioè dal punto di vista del personaggio), o semi-soggettivo (per esempio quando la macchina da presa riprende il personaggio da dietro, mostrando il suo interlocutore, o se sta parlando da una terrazza). L'angolazione tipica del campo/controcampo è di solito a tre quarti. 
In The Master di Paul Thomas Anderson, due mostri di bravura come Joaquin Phoenix e il compianto Philip Seymour Hoffman si ha un perfetto esempio nella scena della prima 'lezione' che il maestro Lancaster Dodd offre all'allievo Freddy Quell. La scena è girata dal punto di vista di Quell, la quale viene sottoposto al test dove deve rispondere alle domande senza sbattere le palpebre. La scena dura 3'18'' e come in un match di tennis, si gioca la partita tra il fragile e 'animalesco Quell contro il filosofico e 'accentratore' Dodd. La scena inizia dal punto di vista di Quell, che sembra prendere bene l'idea di sottoporsi al 'gioco'. E lo si evince dal controcampo, che, passando dal punto di vista di Dodd ci fa vedere Quell che ride e sembra non prendere sul serio la lezione. 
Sempre dalla soggettiva di Dodd, si vede Quell che smette di ridere e farsi serio, soprattutto alla domanda 'hai mai ucciso qualcuno?' La 'palla' passa a Quell, che ci fa vedere lo sguardo inquisitorio di Dodd che ripete la domanda fissandolo dritto negli occhi, quasi lo stesse ipnotizzando. E il suo punto di vista ci fa vedere Quell che sta perdendo la partita- Quell si arrabbia e si prende a schiaffi, ma più che altro quel punto di vista è efficace perché ci fa capire che Quell getta la maschera della bugia, ammettendo  ciò che non avrebbe neanche confessato a un prete in punto di morte. Vedendo la scena dalla prospettiva di Dodd, possiamo vedere un Quell che si strugge nel raccontare la verità al suo maestro, con la vena sulla fronte che pulsa dalla rabbia, pronto per le successive 'lezioni'. 
Nelle mani di Anderson, una tecnica basilare del montaggio si trasforma in un un confronto tra maestro/padrone e il suo allievo/servo, mostrando la vera natura di entrambi (rabbiosa, psicolabile e facilmente malleabile Quell, manipolatore e con un grande potere di persuasione Dodd). 



lunedì 23 maggio 2016

NEWS: Vincitori Festival di Cannes


Ken Loach ha vinto la Palma d'oro per il suo film I, Daniel Blake.
La giuria presieduta da George Miller premia il cinema britannico di ampio respiro politico (di chiara matrice laburista), che punta il dito sul sistema dei benefits britannici attraverso l'odissea di Daniel Blake, manovale dal cuore debole che non può più lavorare, trovandosi suo malgrado a chiedere il sussidio di disoccupazione. 
Daniel finirà per entrare nel tunnel infinito della burocrazia inglese, finendo abbandonato dallo stato inglese, welfare che abbandona anche Katie, una madre single che a stento arriva alla fine del mese pur di nutrire i suoi figli. Katie è vittima della gentrificazione londinese che non ci pensa due volte a sradicarla dalla metropoli per Newcastle, finendo anche lei nell'incubo della burocrazia fatta di cavilli e diritti negati.  
Tra i vari premi invece la Francia non manca, portandosi a casa il premio alla regia consegnato a Olivier Assayas (Personal Shopper), premio che viene dato ex aequo al regista rumeno Cristian Mungiu (Bacalaureat). L'enfant prodige Xavier Nolan si deve 'accontentare' del Gran Prix speciale della giuria per il suo E' solo la fine del mondo.
Jaclyn Rose vince la Palma per la migliore interpretazione femminile per Ma' Rosa, mentre la Palma per il migliore attore se lo aggiudica Shabab Hosseini per la sua interpretazione in Forushande di Asghar Farhadi (vincitore per la migliore scenggiatura.
La Palma d'onore va a Jean Pierre Léaud, attore feticcio di François Truffaut che lo scoprì nel 1959, trasformandolo nel ribelle Antoine Doinel ne I quattrocento colpi, film che gli aprì le porte del cinema a contatto con Godard, Bertolucci e Pasolini.

I premi:

Palma d’Oro: I, Daniel Blake di Ken Loach
Miglior regista: Cristian Mungiu per Bacalaureat / Graduation EX AEQUO Olivier Assayas per Personal Shopper
Miglior attore: Shahab Hosseini per Forushande / The Salesman, di Asghar Farhadi
Miglior attrice: Jaclyn Jose per Ma’ Rosa di Brillante Mendoza
Miglior sceneggiatura: Asghar Farhadi per Forushande / The Salesman
Grand Prix: Juste la Fin du Monde di Xavier Dolan
Premio della giuria: American Honey di Andrea Arnold
Miglior cortometraggio – Premio speciale della giuria: A Moça Que Dançou com o Diabo di Joao Paulo Miranda Maria
Miglior cortometraggio – Palma d’Oro: Timecode di Juanjo Gimenez
Caméra d’Or (miglior opera prima): Divines di Houda Benyamina
Palma d’Onore: Jean-Pierre Léaud








sabato 21 maggio 2016

FILMOGRAFIA: Prince



NOME: Prince
ALL'ANAGRAFE: Prince Rogers Nelson
DATA DI NASCITA: 07/06/1958
DATA DI MORTE: 21/04/2016
LUOGO DI NASCITA: Minneapolis, USA
PROFESSIONE: Cantante, attore, regista, compositore




ATTORE:

(1990) Graffiti Bridge - The Kid
(1987) Sign O' the Times - Sé stesso
(1986) Under the Cherry Moon - Christopher Tracy
(1984) Purple Rain - The Kid

REGISTA: 

(1990) Graffiti Bridge
(1987) Sign O' the Times
(1986) Under the Cherry Moon

COMPOSITORE:

(2006) Happy Feet - Canzone Song of the Heart
(2000) Baboozled - Canzone (e performer)  - 2045 Radical Man
(1996) Compositore - Ripopgodazippa, 319
(1994) Un eroe fatt in casa - Canzone Super Heroe
(1989) Batman - Colonna sonora
(1984) Purple Rain - Colonna sonora



venerdì 20 maggio 2016

I FILM CHE HO RIVALUTATO


A volte vedi un film e pensi mìììì che ficata! Poi, a distanza di anni, lo vedi di nuovo un po' per voglia, un po' per caso e pensi, mìììììì che ca#ata! O viceversa. Perché si cresce, perché cambiano i gusti. Oggi è tornato il day con la combriccola dei bloggers, che, grazie all'idea del buon Jack e del suo Recensioni ribelli, rivaluta un film o più film, nel bene e nel male (amen!). La Director's fa le cose in grande e ne rivaluta un po'. Dagli anni Settanta agli anni Duemila'.


Star Wars: comincio subito con un film culto per molti, e vedo già molte pietre pronte a essere lanciate virtualmente contro di me. Rullo di tamburi: a me sto film a sempre fatto due palle così. Ci avrò provato mille volte a vederlo, ma bum, dopo la scena dell'ologramma della principessa Leia (non Leila, dannato doppiaggio!) crollavo dal sonno. Sono riuscita a rivederlo per intero due volte, anche perché la seconda l'ho dovuto visionare per un esame di cinema proprio sulla New Hollywood. Mah, non mi strappo i capelli, però avendolo visto per intero, è (per me, ovvio! Smettetela di tirare che mi scompigliate l'acconciatura!) è guardabile. Mi piace soprattutto quell'omaggio ai film di John Wayne (ora mi sfugge, mi sembra quello dove cerca Natalie Wood che è stata rapita dagli Indiani di America crescendola come se fosse una nativa Americana) viene modellata la motivazione che spinge Luke Skywalker a 'fuggire' (perché i personaggi di Lucas fanno tutti così) dalla propria esistenza. Anche se dovrei rivederlo, perché anche se uso l'ippocampo come uno scoiattolo, la mia memoria fotografica ha lasciato in realtà poco di questo film. E ancora mi chiedo perché la gente all'epoca si stracciava le vesti per qualche raggio laser. Morta, caput, la Director's è stata lapidata, ahahaha!

Giovannona coscialunga disonorata con onore: questo film insieme ad altri come W la foca, Cornetti alla crema, sì insomma i film con la Edwige Fenech, Pippo Franco, Barbara Bouchet e compagnia bella venivano considerati film di serie B scollacciati, girati ad minchiam e un po' zozzoncelli. Chissà se all'epoca i compagni di scuola di Alessandro Borghese (lo chef che fa un programma su Real Time se esiste ancora) si facevano le pippe guardando i film interpretati dalla mamma Barbara Bouchet. Congetture a parte, questo film è sì un po' minchione e vagamente zozzoncello (ormai siamo abituati di tutto da farlo sembrare un film per educande), in realtà è una divertente commedia (volendo, ci si può vedere una parodia del pigmalione di George Bernard Shaw), ma è anche un urlo all'emancipazione sessuale dell'italiano medio. Come? Con la scena in cui ci sono le 'sise' della Fenech in bella mostra, adulate da Pippo Franco. A me quella scena sa di liberazione. Anche perché erano gli anni in cui la censura finalmente andava a farsi benedire, dove i film di Antonioni e De Sica non venivano più massacrati.e dove Ultimo tango a Parigi non veniva più messo alla forca per un po' di burro nel sedere. Quella scena in cui la Fenech (inter)nazionale le sbatteva praticamente in faccia al pubblico era una bella soddisfazione. Che poi arriverà al culmine con quel gran pezzo dell'Ubalda che corre con le sise al vento al rallentatore. Che la forza della sisa sia con te!

Schegge di follia: su youtube si può trovare questo film che ho visto alle medie, anche perché il film è vietato in Italia da una ventina di anni (penso dal 1992/93)  perché un mio coetaneo all'epoca si era impiccato 'per sbaglio' emulando Winona Ryder. All'epoca più che emulare la 'Uainona' a penzoloni, avrei emulato la Uainona che si faceva Christian Slater. Prima di scoprire che era un fo#tuto psicopatico, eh. L'ho rivisto qualche settimana fa, Christian Slater giovine mi fa ancora un certo sesso (anche se ora potrei essere una Milf, ma non lo sono ahhaah), ma l'ho trovato parecchio dark, con una lucida e spietata satira sugli 'usi e costumi' dei licei americani locali (è grazie a questo film che ci sono commedie dark/pseudo dark come Amiche cattive e Mean Girls). con un malsano protagonista e un altrettanto malsano sense of humour. 

Pretty in Pink: il film dall'idea di John Hughes che non ha diretto John Hughes. E si vede. Se Un compleanno da ricordare lo vedo ancora con piacere e mi fa venire le farfalline nello stomaco come se fossi ancora una ragazzina, questo film per quanto non sia male (il liceo come solito nucleo di odio, discriminazione sociale, sfigati contro cool, prime cotte importanti, ma quanto se la passano male gli americani a scuola???), la 'povera' protagonista Andy, quasi sempre di rosa vestita, è talmente vittima degli eventi e di sé stessa da non riuscire a entrare in empatia con lei. Da ragazzina invece mi dispiaceva tanto per come la trattavano da pezza da piedi. Comunque è un bel vedere James Spader (cioè aveva sui 25 anni e li dimostrava tutti, con quel completo da trader da far invidia a Gordon Jekko) che impara l'arte dello yuppie stronzo manco fosse uno Jedi.


Porky's: se sei degli anni Ottanta, sicuramente hai visto Porky's di nascosto dai tuoi e con il telecomando alla mano per cambiare canale. Specialmente il numero 3. Io avevo la sfiga di avere la tivvù che si cambiata per alzata di culo, così nelle sere di estate (perché, in genere viene sempre trasmesso da Italia 1 in estate) scendevo al piano di sotto e lo vedevo dal mio vicino con la mia sister. A rivederlo da adulta, oltre a a farmi ancora sbellicare dalle risate (quando si divertono gli attori, ti diverti anche tu) ci ho addirittura visto una componente sociale di discriminazione e razzismo (uno dei personaggi è ebreo o di origine nativa americana nel primo, ma dovrei rivederlo) che si sposa egregiamente con la componente goliardica, che all'epoca era l'unico aspetto che avevo colto. E poi il doppiaggio (fatto bene e non alla catso di cane) con lo scherzo telefonico - maicazz, maicazz, qualcuno sa dove sia maicazz - o giù di lì - lo ha reso ormai di culto

La rivincita dei nerd: altro film goliardico che da ragazzina mi faceva morire dal ridere, ora invece lo trovo noioso. I Lambda Lambda Lamnda sono così sfigati da meritarsi ogni angheria possibile da parte di quegli stronzi insopportabili della Kappa-sal-cavolo. Anche se la scena in cui il figo della scuola rutta l'impossibile con una coppa di birra viene battuto da Caccola che tuona rutti con una sola birra fa ancora ridere. 

Vieni avanti cretino: Se sei degli anni Ottanta Lino Banfi insieme al Monnezza e Bad Spencer & Terrence Hill erano un must. Li adoro questi film perché li vedevo sempre a Santo Stefano a casa del mio amico quando abitavo in Italia. Rivedendolo in età adulta ci ho colto un'amara commedia sul reinserimento di un povero cristo che cerca un lavoro dopo essere uscito di galera, camuffando il tutto con gag e battute divertenti. Filomegna la putegna però rimane tutt'ora il caposaldo della comicità di Banfi.

Cool World: altro film che ho visto in seconda media (o forse finita la seconda, un secolo fa, non ricordo!), e rivedendolo l'ho trovato 'spinto', pesante e non adatto alla mia età di ragazzina che fui (forse è per questo che l'avevo visto di nascosto al cinema con la sister eh). Di cool e 'spinto' nel rivederlo non ci ho trovato molto, Brad Pitt(e) era un cane e la bionda e perversa Holly Would è decisamente più sexy in cartoon che nelle fattezze di Kim Basinger (che comunque se la cava meglio del Pittone). Se il film fosse stato solo cartoon, sarebbe stato una ficata, ma l'interazione con i personaggi in carne e ossa è una cosa brutta brutta in modo assurdo. E poi, che finale del ca@zo. E sì che il regista è Ralph Bakshi, che si cartoon se ne intende, e la tecnica cartoon + umani era stata già sperimentata con successo grazie a Chi ha incastrato Roger Rabbit. All'epoca però lo trovai cool.

Batman Returns: Director's cult returns. In che senso? Nel 1992 ero ritornata nella mia cittadina natale e dove abitavamo c'erano i cinema a due passi da casa, che ficata! Ricordo che volevo vederlo assolutamente e ci ero riuscita andando con la solita sister e il nostro amico di infanzia. All'epoca non c'era ancora l'overdose di super eroi e Batman era il più figo, se non l'unico. L'ho rivisto un paio di giorni fa, e in teoria all'epoca non avevo l'età per vederlo (strano, ricordo che non era vietato, un secolo fa vietavano ancora i film a 14 e 18 anni), perché ero troppo ragazzina per capire un film così complesso da intravedere solo l'aspetto comic/heroes del genere. L'ho sempre considerato come uno dei film più dark di Tim Burton, prima di Sweeney Todd. Rispetto al primo Batman è meno Comics e più 'Burtoniano. Burton infatti pigia l'acceleratore della libertà creativa di cui gode(va) su questi personaggi reietti e i diversi dalla società, in primis il Pinguino. Nel rivederlo però mi era sfuggita la forte intesa sessuale tra Batman e Catwoman, dovee le scene di combattimento 'trasudano sesso', nonostante Tim Burton sia stato quasi sempre casto nei suoi film (si vede il sesso, ma 'famolo strano' solo in Dark Shadows) uno scontro fisico quelle due anime divise a metà che si completano a vicenda. Ero troppo giovane, ma ora che sono sulla vecchiaia andante trovo (50) sfumature che non avevo colto per via della giovane età.

Forrest Gump: visto al liceo, mi era piaciuto, ma avevo il sentore di essere stata presa per il culo. A parte che è un film che odierò sempre perché ha scippato l'Oscar a Pulp Fiction, quindi col piffero che lo rivaluto. Non l'ho rivisto di recente, ma quando lo rividi, lo ritenni un film di una paraculaggine assurda. E'.un.film.paraculo. Una volta avevo letto un articolo che affermava che Forrest Gump fosse un film dai valori 'repubblicani', dove viene celebrata la figura dell'americano medio che, seguendo le regole dello estamblishment americano arriva al successo, a differenza del personaggio di Jenny, che viene punita con la malattia perché ha vissuto come un hippie, e quindi contro il sistema. Boh, può essere, ma per me rimane pur sempre un film paraculissimo. L'avrò visto a 16 anni forse, e ricordo che mi aveva lasciato un sentimento di fastidio, nonostante io a quel broccolone di Forrest gli volevo pure bene. Ma, sbaglio, o nella scena in cui Forrest finalmente si tromba Jenny alza la mano facendo il segno di vittoria?

Closer: l'ho visto quasi nel quarto di secolo e l'avevo trovato noioso. Non riuscivo a capire il balletto di sentimenti che rimbalzavano tra i protagonisti, e sì che da ciòfane di film di autore ne vedevo a iosa. Però Clive Owen lo trovato bello bello in modo assurdo. L'ho rivisto il mese scorso, e wow, che bel quartetto di anime inquiete incapaci di amarsi, giocando con i sentimenti al limite della vigliaccheria (soprattutto il personaggio di Jude Law). Bellissima poi la scena in cui Clive Owen/Larry va allo strip club per avere un confronto con Natalie Portman/Alice. Il personaggio di Larry è il più viscido, ma è anche il più sincero, rispetto al personaggio di Jude Law/Dan che sembra il più rispettoso, ma in realtà quello che non è capace di amare realmente. Mah, forse non ci ho capito una mazza, ma al di là del mio punto di vista, una interpretazione del genere non mi era neanche venuta in mente durante la prima visione.

American Psycho: Avevo letto il libro di Brett Easton Ellis un'estate di 15 anni fa e l'avevo trovato talmente disturbante da leggere subito dopo le fiabe della Disney evitando accuratamente fiabe con cani e topi. Il film però lo volevo vedere assolutamente. Anche perché c'è quel figone di Christian Bale. Mamma mia, che cotta che avevo preso per Bale quando andavo all'università. Roba che avevo comprato pure Cosmopolitan (che di solito non leggo) e pure Interview in inglese quando di inglese non ne sapevo nulla. Ora che l'inglese lo so, potrei rileggerlo, ma scommetto che la mia mamma me li ha buttati... Vabbé, complaint alla mamma a parte, il film alla prima visione mi aveva lasciata un po' così, con il diludendo. Mi immaginavo scene abbastanza cruente come le avevo immaginate nel libro (di cui una me la ricordo ancora bene brr...), ma in realtà lo scopo della Harron era di mostrare un uomo che si è costruito una maschera che rasenta la perfezione, nascondendo disprezzo e alienazione per sé stesso, che uccide riversando l'odio verso sé stesso e verso la società che intende 'purificare' dalle sue sozzure. E se rileggendo il libro dovessi scoprire che è una boiata assurda, mentre il film è decisamente superiore?

Quarto potere:L'ho visto a 15 anni e non avevo capito cosa fosse Rosabella... Però mi aveva preso il cuore e mi aveva emozionata la scena in cui Kane distrugge la stanza e vaga per i corridoi di Xanadu in lacrime. Ora il film, che ho pure studiato, te lo potrei analizzare scena per scena. Ma l'emozione di quella scena è fortunatamente rimasta intonsa! Anche se oggi lo vedo più con la testa che con il cuore, specialmente dal punto di vista tecnico che ancora oggi rimane moderna pur essendo un film di 75 anni fa, è un film che amo e che ho rivalutato perché posso capirlo nella sua complessità e nelle sue mille sfaccettature. Pur rimanendo emozionata come la prima volta.

Hanno rivalutato con me:
White Russian
Mari's Red Room
Recensioni Ribelli

giovedì 19 maggio 2016

RIFLESSIONI: Director's cult e la costipazione dello scrittore.




Ecco, stasera decido di non vedere un film, va  là che scrivo un po' il blog, tanto il post di domani è già pronto, così da non diludere i ragazzuoli amicici bloggers. 
E niente, di fronte allo schermo del computer, sono bloccata, tipo Mark Renton che a un tratto nel film dice 'sono costipato'. 
Il gulliver duele parecchio, l'occhio è pendulo, e quello che vorrei scrivere (quando non lo scrivo de mierda, secondo alcuni intenditori) è tutto conficcato nel gulliver. E la scusa per fare sega a scuola per spupazzarmi qualcuno non ce l'ho perché 1) la scuola l'ho finita da un pezzo 2) l'oggetto del mio spupazzamento è andato a trovare babbo e mamma al belpaese. 
Io alla mia creatura gli voglio tanto bene. Però questo mese (un po' come tutti, non fare la cazzara - mi rimprovera la creatura) è loffio loffio. Post brevi, post minchioni (sorry Jennifer, ma non sapevo cosa scrivere, meno male che stavi cascando in qualche parte del mondo, grazie per aver compreso le mie esigenze.), manco fossi René Ferretti che urla pieno di gioia "w la merdaaaaa!!!".
E in effetti è una situazione un po' di ca#ca stare rimbanbiti davanti al pc. E Mark Renton in realtà non c'entra. 
Post poco curati, da meritarmi il gentile commento 'ma quante stronzate che scrivi' detto da un gentile e codardo utente anonimo che ho altrettanto gentilmente mandato affa@ulo un secolo fa, anche se la voglia di chiudere il blog c'è stata. Di stronzate in realtà non ne scrivo, ma a volte la voglia latita un po'.
Ecco, stasera non mi va. Molto spesso non mi va. Mica me l'ha prescritto il dottore. Beh, però io sono una minkiona e mi sparo sui piedi (la zappa in UK non si usa, sono un po' più cruenti), perché voglio fare mille-e-minkia-rubriche che ogni minkia di mese non riesco a scrivere tutte quante.
Avevo in mente una recensione su St. Elmo's Fire, ma niente, fisso il pc come una ameba e mi viene voglia di vedere i vlog delle tizie che comprano chili di trucci e poi li testano a mo' di televendita, solo che è in versione 2.0. (Ecco, ne devo vedere uno sui rossetti rosa, finito de piagnere me lo guardo...).
E sì che di film ne vedo tanti, e anche gustosi (Knight of Cups di Malick, che in realtà dovrei rivedere per scriverci un semposio più che una recensione), e meno gustosi (High Rise con Hiddleston, devo anche cominciare a leggere il libro, o me tapina pigra!), ma sono tutti ficcati nella mia testolina, con la paura che dopo un parto di 50 ore il post non se lo fila nessuno perché ora che questi film escono in
Italia, invecchiamo tutti. E vai di complaint e piagnistei. Yay! 
Quindi scrivo della Lawrence che cade come un sacco di patate che faccio prima. 
Boh, oggi mi va così. E' come se il blog avesse le sue cose, ha solo voglia di mangiare tanta cioccolata. Cioè non mi va di scrivere un cavolo. Che poi lo sto facendo, ma a catzo di cane con lo scatzo imperante. Poi chissà, magari il guizzo crettino più che creativo prenderà il sopravvento, e dopo aver preso la suppostona di Mark Renton farò una bella cag... Ehm, una bella recensione. Chi visse sperando morì non si può dire, dissero i Litfiba.

mercoledì 18 maggio 2016

FILMOGRAFIA: Dakota Fanning




NOME:
Dakota Fanning
DATA DI NASCITA: 23/02/1994
LUOGO DI NASCITA: Georgia, Stati Uniti
PROFESSIONE: Attrice.





ATTRICE:

(2015) Franny - Olivia
(2013) Very Good Girls - Lilly
(2013) The Last of Robin Hood - Beverly Aadland
(2013) Night Moves - Dena Brauer
(2012) The Motel Life - Annie James
(2012) The Twilight Saga: Breaking Dawn - Parte Seconda - Cassie Holmes
(2011) The Twilight Saga: Breaking Dawn - Parte Prima - Cassie Holmes
(2010) The Runaways - Cherie Currie
(2010) The Twilight Saga: Eclipse - Jane
(2009) Push - Cassie Holmes
(2009) Coraline e la Porta Magica - Coraline Jones (voce)
(2008) La vita segreta delle api - Lily Owens
(2006) La tela di Carlotta - Fern
(2005) Nine lives - Maria
(2005) War of the worlds - Rachel Ferrier
(2005) Dreamer - Cale Crane
(2005) Conquistadora - Anastasia
(2005) Nascosto nel buio - Emily Callaway
(2004) Man of fire - Il fuoco della vendetta - Pita Balletto
(2003) Il Gatto... e il cappello matto - Sally Walden
(2003) Uptown girls - Ray Schleine
(2002) Taken (mini serie tv) - Allie Keys
(2002) Hansel & Gretel - Katie
(2002) Tutta colpa dell'amore - Giovane Melanie
(2002) Trapped - Abby Jennings
(2002) Mi chiamo Sam - Lucy
(2001) I gattoni - Bambina nel parco

martedì 17 maggio 2016

MOVIE ON THE ROAD: Lapponia




Samuel L. Jackson è... Il presidente degli Stati Uniti d'America! Durante un volo presidenziale, il presidente William Allan Moore è vittima di un attentato terroristico e l'Air Force One finisce in una foresta della Finlandia. Il presidente Moore cercherà di salvarsi la pelle grazie all'aiuto di un ragazzino che tenta di dimostrare il suo valore di cacciatore. 
E' questa in poche righe la storia di Big Game, diretto dal regista finlandese Jamalari Helander. E in Finlandia decide di creare questa crime story, esattamente nella foresta della Lapponia, nel Nord della Finlandia. La Lapponia (Sapmi in lingua locale Sami) è una regione dalla connotazione semi-nazionale  la cui giurisdizione è distribuita tra la Norvegia, la Svezia la penisola di Kola in Russia e la Finlandia (Stato che ha la funzione principale di tutelare la cultura e la tradizione del popoli Sami, popolo alla quale appartiene il giovane Oskari, ragazzino di 15 anni che deve dimostrare di essere un uomo, e si ritroverà a salvare il presidente USA. 
Foresta dove il presidente ha il suo atterraggio di fortuna in realtà è un luogo turistico famoso per il suo safari, dove è possibile apprezzare il fenomeno del sole a mezzanotte e soprattutto per far visita alla casa di Babbo Natale! Il presidente avrebbe sicuramente apprezzato un giro turistico, ma era troppo occupato a non farsi ammazzare dai terroristi.

giovedì 12 maggio 2016

NEWS: Festival di Cannes 2016



Ieri Cannes ha inaugurato la kermesse con Café Society di Woody Allen, che vede protagoniste Blake Lively (in dolce attesa) e Kristen Stewart. Oggi invece era la serata di Jodie Foster, che con Money Monster torna alla regia, dirigendo Julia Roberts e George Clooney.
Nessun film italiano in concorso - nella sezione Un certain regard troviamo Pericle nero di Stefano Gardini con Riccardo Scamarcio e fuori concorso Fai bei sogni di Marco Bellocchio con Valierio Mastandrea - ma un sentito omaggio a Ettore Scola con la proiezione di C'eravamo tanti amati e Dino Risi con Il sorpasso
Tra i film in concorso, troviamo Pedro Almodovar con Julieta, Moi, Daniel Blake di Ken Loach, The Last Face di Sean Penn e soprattutto protagonisti i film di produzione francese, con i 'soliti' fratelli Dardenne con La fille inconnue, Olivier Assayas con Personal Shopper, Juste la fin du monde di Xavier Dolan. La giuria presieduta da George Miller consegnerà la Palma d'Oro il 22 di maggio.

I film in concorso:

Toni Erdmann Maren Ade
Julieta Pedro Almodovar
American Honey Andrea Arnold
La fille inconnué fratelli Dardenne
Personal shopper Olivier Assayas
Juste la fin du monde Xavier Doland
Ma luote Bruno Dumont
Paterson Jim Jarmush
Rester Vertical Alain Guiraudie
Aquarius Kleber Mendoça
Mal de pierres Nicole Garcia
Moi, Daniel Blake Ken Loach
Ma' rosa, Brillante Mendosa
Bacalaureat Cristian Mongiu
Loving Jeff Nichols
The Last face Sean Penn
Agassi Park Chan Wook
Elle Paul Verhoeven
Sieranevada Cristi Puiu
The Neon Demon Nicolas Windig Refn

mercoledì 11 maggio 2016

IL CIRCOLO DI CUCITO: J-Law ci (ri)casca




Jennifer Lawrence da sempre un sacco di soddisfazioni in fatto di red carpet. 
O mostra vestiti a 'fil di tetta', o cade. Per l'anteprima londinese X-Men Apocalypse ha deliziato i suoi fan facendo entrambi: indossando un abito bianco dalla scollatura vertiginosa, e soprattutto rischiando di razzolare male per terra, emulando il mitico capitombolo alla notte degli Oscar (ah, sì, ha anche vinto quell'anno). 
Complice i tacchi alti e la pioggia londinese, Jennifer ha inciampato sul red carpet, rischiando di fare una brutta caduta. L'attrice però, ormai veterana, non si è fatta prendere dal panico e ha evitato di cadere davanti ai fotografi, e con nonchalance si è ripresa come se non fosse successo nulla. Nonostante lei abbia evitato il 'patatrac', la bastardaggine di internet non perdona e ha immortalato l'evento dove lei stava per rotolare. Grazie Jen per le soddisfazioni che ci dai! 

martedì 10 maggio 2016

100% PURE GLAMOUR: Lo sguardo di David Bowie



David Bowie oltre a essere stato una icona della musica e aver lasciato un segno nel cinema con il mitico Jareth, il re dei Goblin in Labyrinth  era anche un uomo affascinante. 
Parte del suo fascino era dato oltre allo stile androgino, alimentato negli anni Settanta con il suo alieno Ziggy Stardust, a quello sguardo magnetico, reso ancora più interessante da una differente discromia degli occhi. 
Un occhio azzurro, e uno (percepito) quasi nero, con la pupilla perennemente dilatata, gli conferiva uno sguardo, 'una firma' del suo volto che completava l'estro e le mille sfaccettature del suo essere artista. 
Il segreto dei suoi occhi bicolori in realtà era frutto di un incidente, quando da ragazzo si azzuffò con il suo compagno di scuola (e poi suo futuro collega) George Underwood, per via di una ragazza, rimediando un pugno in un occhio che gli causò la misiadri permanente, che causa la paralisi del nervo costrittore della pupilla, rendendola dilatata e causando una percezione dell'iride dell'occhio più scura, rendendo lo sguardo di David Bowie irresistibile e unico.

lunedì 9 maggio 2016

COMING SOON: X-Men Apocalypse




Apocalisse (Oscar Isaac) è stato il primo mutante e per questo motivo oggetto di venerazione, trattato da tutti come un Dio sin dalla notte dei tempi. 
In effetti l'X-Men ha accumulato così tanti poteri da diventare invincibile e immortale. Ibernato per secoli, si risveglia negli anni Ottanta trovando il mondo in pieno declino. Disgustato da come si è ridotto il mondo e deciso a purificarlo cambiandolo in meglio, recluta un gruppo di mutanti: Magneto (Michael Fassbender), Tempesta (Alexandra Shipp), Psylocke (Olivia Munn) e Arcangelo (Ben Hardy), che rappresentano la guerra, la carestia, la pestilenza e la morte. Apocalisse in questo modo intende punire l'umanità annientandola, in modo da creare un nuovo inizio con i mutanti. 
A fermare il suo piano ci penserà Xavier/ Professor X (James McAvoy) con il suo team, guidato da Raven (Jennifer Lawrence) per fermare il loro acerrimo nemico e salvare l'umanità dalla sua furia distruttiva.
X-Men Apocalypse riprende 'le fila del discorso' dieci anni dopo dagli eventi di X-Men-giorni di un futuro passato, che vede alla regia il ritorno di Bryan Singer, che secondo indiscrezioni, ha dichiarato che ci sarà Wolverine in un cameo.
Cast extra lusso che va dalla ormai consolidata 'odd couple' Fassbender/McAvoy, a Jennifer Lawrence, con le new entry di Oscar Isaac (contestato dai fan per via della sua statura - perché Apocalisse è grande grande, mentre lui è piccolo piccolo - ma difeso a spada tratta da Synger, che lo giudica un attore perfetto per il ruolo per via del suo eclettismo e bravura), per un film che non dovrebbe deludere i fan. A quanto pare ci sarà un sequel. Intanto dovrete aspettare solo il 18 maggio per vedere le gesta di Magneto e del suo team, per il sequel (sarebbe il decimo), c'è tempo.

martedì 3 maggio 2016

FILMOGRAFIA: M. Night Shyamalan





NOME: M. Night Shyamalan
NOME COMPLETO: Manoj Nelliyattu Shyamalan
DATA DI NASCITA: 06/08/1970
LUOGO DI NASCITA: Mahe, India
PROFESSIONE: Regista, sceneggiatore










REGISTA:

(2017) Split
(2015) The Visit
(2013) After Earth - Dopo la fine del mondo
(2010) L'ultimo dominatore dell'aria
(2008) E venne il giorno
(2006) Lady in the water
(2004) The Village
(2002) Signs
(2000) Unbreakable - Il predestinato
(1999) The Sixth Sense - Il Sesto Senso
(1998) Ad occhi aperti
(1992) Praying with Anger

SCENEGGIATORE:
(2010) L'ultimo dominatore dell'aria
(2008) E venne il giorno
(2004) The Village
(2002) Signs
(2000) Unbreakable - Il predestinato
(1999) Stuart Little - Un Ttopolino in Gamba
(1999) The Sixth Sense - Il Sesto Senso
(1998) Ad occhi aperti
(1992) Praying with Anger