venerdì 22 aprile 2016

GOODBYE: Addio a Prince



Un'altra icona della musica se ne va. Nel 2015 Dio,  non pago di averci preso Lemmy dei Motorhead, si stava ancora annoiando parecchio da lassù. Forse il suo Ipod è rotto, forse internet non gli funziona (ma usa la banda larga, che diamine, hai creato il mondo in 7 giorni, aggiornati, puoi fare tutto!) e allora che fa? Nel 2016 decide di chiamare a sé per delle cazzutissime jam session le icone della musica cominciando dal mitico David Bowie, proseguendo per Glen Rey degli Eagles, fino a Keith Emerson degli Emerson, Lake and Palmer. Ogni mese, manco fossero i 10 piccoli indiani di Agatha Christie (12, perché tu le cose le vuoi fare in grande, vero Mr. D?) ti prendi un pezzo di storia della musica a random. E così per aprile ti sei scelto niente poco di meno che Prince. Ma bravo. 
Prince Rogers Nelson era ancora attivo nel campo musicale, alimentando sempre più selvaggiamente la sua bulimia musicale con due album usciti l'anno scorso, Hitnrun - Phase 1 e Hinrun - Phase 2, mentre il suo rapporto con il cinema è stato solo un 'mordi e fuggi' nella sua quasi quarantennale carriera. 
Prince era l'Orson Welles della musica. Nel 1978, a soli 20 anni riuscì a mettere le mani sulla propria creatività, riuscendo ad avere la paternità completa del suo album d'esordio - For You - prodotto da una major, la Warner Bros. Esattamente come riuscì l'immenso Orson Welles, che ebbe carta bianca a soli 25 anni nel 1940 quando realizzò Quarto potere.
Per la musica, sarà per sempre il geniale 'folletto di Minneapolis, ma per il cinema, Prince sarà per sempre 'The Kid' nell'ormai mitico Purple Rain (1984). La sua vita veicola in questo film, dove The Kid è un ragazzo che vive della sua musica insieme alla sua band i The Revolution. Non si sa quanto sia vera la parte personale (i genitori litigiosi e violenti, le band rivali - no, quello no, essendo stato l'unico artista a strappare un contratto cazzuto con la WB. Mangiate pane e invidia 'band rivali'), e l'incontro con Apollonia Kotero, sua musa nello schermo e nella vita reale. Poco importa, perché il personaggio The Kid/Prince è frutto della sua sua genialità, e anche se fosse autobiografico o meno, Purple Rain è un inno d'amore alla musica, alle donne, e di riscatto (fu forse il secondo cantante afroamericano a far breccia nel cuore dei bianchi dopo Michael Jackson). Il resto è storia: Prince vinse l'Oscar per la migliore canzone, facendo diventare Purple Rain il tormentone degli anni Ottanta e forse a tutt'ora il suo classico più conosciuto.
Il passo successivo però si rivela un flop: seppur omaggiando 8 1/2  di Fellini e le comiche di Gianni e Pinotto, Under the Cherry Moon, dove interpretò un gigolò innamoratosi della bella Kristin Scott Thomas dopo un tentativo ti truffa. Razzie Award 'a manetta', ma si sa che senza il brutto, il bello non può esistere ed ecco che spunta quella piccola perla di Parade, colonna sonora (e album a sé), nonché il preferito della Director's cult. 
La peculiarità di Prince fu la caparbietà, ed eccolo che nel 1987 ritorna con il concerto per promuovere uno dei suoi album meno apprezzati in patria, Sign'o the Times. Non pago, nel 1990 ecco che ritorna The Kid più maturo e più sicuro di sé con Graffiti Bridge. Ma anche questa volta, Razzie come se piovessero. Comunque la colonna sonora  (con chicche come Love Machine e Thieves in the in the Temple) è l'unica ragione per la quale questo film dal vago sentore trash deve esistere
Il cinema fu una grande altalena: e se dal punto di vista attoriale non riuscì mai a sfondare veramente (anche Madonna ha lo stesso problema. Provaci e provaci e daje che l'è andata bene solo Cercasi Susan disperatamente, Dick Tracy ed Evita), riuscì comunque a lasciare il segno con le sue belle colonne sonore: in primis Batman  - Party Man è spettacolare, usata nella scena in cui il Joker fa il suo ingresso trionfale nel museo per il suo personale party, distruggendo di tutto e di più e soprattutto Bat Dance, la numero 1 delle classifiche del 1989. Prince con Batdance riuscì a ricreare perfettamente il mondo dark e pop del film di Tim Burton, mischiando un rock energico e al limite del violento, virando per il suo iconfondibile stile funky ricco di leitmotiv - 'Go-go-go with the smile/Stop the press/who's that? Vicky Vale, Vicky Vale/ I like batmaaaan - riuscendo a creare un Batman musicale così sexy (nella canzone Batman una botta a Vicky Vale gliela darebbe volentieri) e funky da far sembrare Hold me, Thrill me, Kiss me degli U2 (usata per l'orrido Batman Forever) dei rantoli vogliosi per quel pipparolo di Batman di Schumacher. 
Spike Lee lo volle per la colonna sonora di Girl 6 e Bamboozled, mentre i consensi li raccolse ancora con Happy Feet, vincendo un Golden Globe per la canzone Song of Heart.
Al di là dei passi falsi nel cinema, Prince Rogers Nelson riuscì a intrufolarsi nella settima arte lasciando una impronta indelebile con Purple Rain e Batman OST.  Get the funk up! 


2 commenti:

  1. Gran bell'omaggio per un artistone pazzesco, pur non essendo tra i miei favoriti.

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    1. Uè, grazie! Prince era uno dei miei artisti preferiti fino alla fine degli anni Novanta, ma poi quando ha rotto con la WB, non sono più riuscita a seguirlo, per poi riacciuffarlo con Musicology e 3221. Prince è stato un genio musicale, e non perché l'ho ascolto, ma è pura verità. Mamma mia che perdita!

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