martedì 23 febbraio 2016

NEWS: Hollywood Vs Donald Trump, Hollywood pro Donald Trump




In Inghilterra si dice pain in the arse (or ass) quando qualcuno o qualcosa è una rottura di scatole. Donald Trump fa parte della categoria, rompendo le scatole a destra e a manca con le sue provocazioni, facendosi largo nella corsa alle prossime elezioni presidenziali USA cercando di sgomitare per ottenere la candidatura nel partito Repubblicano, tra mille polemiche. 
Tutti ce l'hanno con lui, pure papa Francesco che l'ha definito un pessimo cristiano (e viceversa, perché Donald ribadisce che buon cristiano è). L'ultima viene da Hollywood, che vede questa volta protagonista la comunità latina di Hollywood, che ha scritto una lettera aperta (arrivata dopo la petizione, da parte degli anglosassoni dove chiedevano di bannare Trump dalla Gran Bretagna) firmata da molte celebrità ispaniche, tra cui Carlos Santana Aubrey Plaza, America Ferrera, Benjamin Bratt e Zoe Saldana, dicendo apertamente di non votare per una persona che non supporta la comunità ispanica.
La lettera afferma che Trump ha accusato i latini di essere degli stupratori e di aver cacciato in malo modo il giornalista Jorge Ramos da una conferenza stampa; ma soprattutto di aver speso parte della sua campagna presidenziale a incutere paure anti-immigrazione, offendendo pesantemente la comunità. 
Trump in realtà ne ha per tutti i gusti: i suoi detrattori lo accusano di essere razzista, un bugiardo patologico, un bullo, un misogino e sogna di bannare 1.6 milioni di musulmani dalla faccia dell'America, magari fare su anche un muro per evitare di far venire gli immigrati. Spike Lee, uno che ama sguazzare nelle polemiche, ironicamente (se non con una punta di preoccupazione) ha detto che se Trump dovesse avere accesso all'armamento nucleare americano, farebbe sparire la popolazione americana 'licenziandola' come nel suo famoso reality show, The Apprentenship.
Se da un lato è odiato, temuto, sbeffeggiato (pur perdendo il privilegio di essere preso per i fondelli da David Letterman - che ha concluso l'anno scorso il suo David Letterman Show - che ha praticamente smontato la scalata di Mitt Romney alle presidenziali del 2012 a favore di Barack Obama), dall'altra parte di Hollywood c'è chi lo ama, ma non lo dice. Parola di Brett Easton Ellis, che, dopo aver preso parte a una cena a West Hollywood con alcuni amici, ha conosciuto persone che fanno parte dell'industria cinematografica che hanno ammesso che voterebbero volentieri il tycoon. Scioccato, lo scrittore ha scritto un tweet dove esprime il suo sconforto, per poi rimanere ancora più basito quando Trump con divertita provocazione ha twittato a sua volta il cinguettìo dello scrittore di American Psycho. 
Così come orgogliosamente viene sostenuto dalla figlia di John Wayne (repubblicano di ferro), che giura che se suo padre fosse ancora vivo, sicuramente avrebbe votato per lui. Intanto la corsa presidenziale procede, tra un Donald Trump che avanza come un bulldozer, sostenuto più o meno da una parte insospettabile di Hollywood (anche se non lo dice) che ha a che fare con una Hillary Clinton in apparentemente svantaggio. Anche perché il democratico di ferro Spike Lee ha ammesso candidamente che voterà per Bernie Sanders.

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