domenica 31 gennaio 2016

RECENSIONE: The Kids Are Alright


°Il Family Day secondo Director's cult°

Titolo: The Kids Are Alrights
USA, 2011
Cast: Annette Bening, Julianne Moore, Mia Wasilowska, John Hutcherson.
Sceneggiatura: Lisa Cholodenko.
Regia: Lisa Cholodenko.
Durata: 105'


Joni (Mia Wasilowska) si chiama come lacelebre cantante folk, ama la biologia ed è in procinto di andare al college. Joni è figlia di Nic (Annette Bening) ginecologo di successo che adora All I Want di Joni Mitchell.
Laser (John Hutcherson) è un ragazzo dal cuore d’oro, ma preferisce passare il tempo a fare cose stupide insieme al suo amico piuttosto che studiare. Sua madre è Jules (Julianne Moore), architetto mancato e in cerca di un impiego che la soddisfi. Jules e Nic sono una coppia lesbica che hanno deciso di procreare grazie alla fecondazione assistita. La vita dei ragazzi scorre tranquilla fino a quando Laser vuole scoprire a tutti i costi chi sia il loro padre.
Così riesce a convincere Joni, e la poco convinta neo diciottenne finisce col cedere e contrattare la banca del seme. Joni così scopre che il donatore di entrambi è Paul (Mark Ruffalo) ristoratore amante dell’agricoltura biologica e impenitente playboy.
Joni e Laser incontrano Paul di nascosto e la situazione precipita quando Paul si introduce nel menage familiare di Nic e Jules rompendone gli equilibri.
Dopo il serial The L World, Los Angeles torna a diventare lo scenario dell’omosessualità femminile.
The Kids Are Alright, titolo preso in prestito da un album degli Who, non è una ricerca antropologica su come vive una coppia gay, né uno spot a favore sulla famiglia omosessuale, ma una classica commedia che narra i valori tradizionali della famiglia e le difficoltà di una coppia nella vita quotidiana alle prese con i figli adolescenti.
E l’elemento originale consiste proprio in questo: la regista si focalizza sul rapporto tra Nic e Jules come la classica coppia che vive in preda a discussioni, crisi, momenti di tenerezza, la passione dopo anni di vita di in comune e non come due donne gay, elemento tra l’altro del tutto trascurabile, piuttosto degli “effetti” sociali che potrebbero ripercuotersi su due ragazzi alle prese con due mamme.
Chi porta i pantaloni in casa è Nic, tipica “donna alfa” in carriera ed è lei che comanda. Jules invece è la più sensibile, ha lasciato gli studi e una possibile carriera per concentrarsi sui figli e spesso nel corso del film, la sua frustrazione alla “desperate housewife” si fa viva.
L’elemento omosessuale invece finisce per emergere proprio con un uomo che si infila in un nucleo familiare che non gli appartiene ed è proprio lui a rovinare la famiglia perfetta.
L’elemento interessante è proprio nella difesa del nucleo tradizionale e il concetto di famiglia alternativa composta da Nic, Jules, Paul e i ragazzi proprio non va. Allora è meglio tornare al vecchio nucleo costituito da mamma Nic, mamma Jules e i ragazzi , perché è questo il modello che funziona. Poi, se i ragazzi stanno bene, perché rovinare il loro equilibrio? Joni e Laser sono solo curiosi di sapere l’origine del loro patrimonio genetico e non sono alla ricerca della figura paterna mancante.
Chi desidera essere papà è proprio Paul, che di colpo capisce di aver speso la sua giovinezza da sciupafemmine e solo ora si accorge a 40 anni di volere essere genitore. Ma lo fa con la famiglia non sua. Alla fine lui è stato solo un mezzo, e ciò non lo rende automaticamente un genitore. D’altronde i figli sono di chi li cresce e non di chi li fa e Nic lo fa capire con una battuta secca e cinica verso la fine del film.
The Kids Are Alright è una commedia scritta bene, non volgare e priva di cliché, fatta di attori in primis due suberbe interpretazioni di Annette Bening e Julianne Moore (ma quando vinceranno un Oscar?) e una bella colonna sonora. Bening è ottima nell’interpretare una donna forte e castrante, mentre Moore è brava nel mostrare le fragilità e la confusione sessuale e non della sua Jules. Bravi anche Mia “Alice in Wonderland” Wasilowska e Mark Ruffalo, simpatica canaglia.
I ragazzi stanno bene è un’ottima commedia indie divertente e che fa riflettere.


Voto: 7,5
A.M.

venerdì 29 gennaio 2016

FILMOGRAFIA: Ettore Scola




NOME:
Ettore Scola
ALL'ANAGRAFE: Ettore Scola
DATA DI NASCITA: 10/05/1931
DATA DI MORTE: 19/01/2016
LUOGO DI NASCITA: Trevico, Campania, Italia
PROFESSIONE: Regista, Sceneggiatore, Produttore




REGISTA:
(2013) Che strano chiamarsi Federico
(2003) Gente di Roma
(2003) Lettere dalla Palestina
(2002) La primavera del 2002 - L'Italia protesta, l'Italia si ferma
(2001) Un altro mondo è possibile
(2001) Concorrenza sleale
(1998) La cena
(1997) 1943-1997 (corto)
(1997) I corti italiani (segmento "1943-1997")
(1995) Romanzo di un giovane povero
(1993) Mario, Maria e Mario
(1990) Il viaggio di Capitan Fracassa
(1989) Che ora è?
(1989) Splendor
(1987) Imago urbis
(1987) La famiglia
(1985) Maccheroni
(1984) L'addio a Enrico Berlinguer
(1983) Ballando ballando
(1982) Vorrei che volo
(1982) Il mondo nuovo
(1981) Passione d'amore
(1980) La terrazza
(1977) I nuovi mostri (segmenti "L'uccellino della Val Padana", "Il sospetto", "Hostaria", "Come una regina", "Cittadino esemplare", "Sequestro di persona cara", "Elogio funebre")
(1977) Una giornata particolare
(1976) Signore e signori, buonanotte
(1976) Brutti, sporchi e cattivi
(1975) Carosello per la campagna referendaria sul divorzio
(1974) C'eravamo tanto amati
(1973) Festival Unità
(1973) Trevico-Torino (viaggio nel Fiat-Nam)
(1972) Festival dell'Unità 1972 (corto)
(1972) La più bella serata della mia vita
(1971) Permette? Rocco Papaleo
(1970) Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca)
(1969) Il commissario Pepe
(1968) Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa?
(1966) L'arcidiavolo
(1965) Thrilling (segmento "Il Vittimista")
(1964) La congiuntura
(1964) Se permettete parliamo di donne

SCENEGGIATORE:
(2013) Che strano chiamarsi Federico
(2005) Live from Lincoln Center (Episdio Tv: "Passione d'amore") - sceneggiatore
(2003) Gente di Roma - sceneggiatore
(2001) Concorrenza sleale - sceneggiatore
(1998) La cena - sceneggiatore
(1997) 1943-1997 (corto) - sceneggiatore
(1997) I corti italiani (segmento "1943-1997") - sceneggiatore
(1996) Passion - sceneggiatore
(1995) Romanzo di un giovane povero - sceneggiatore
(1993) Mario, Maria e Mario - sceneggiatore
(1990) Il viaggio di Capitan Fracassa - sceneggiatore
(1989) Che ora è? - sceneggiatore
(1989) Splendor - sceneggiatore
(1987) La famiglia - sceneggiatore
(1985) Maccheroni - sceneggiatore
(1984) Cuori nella tormenta - sceneggiatore
(1983) Ballando ballando - sceneggiatore
(1982) Il mondo nuovo - sceneggiatore
(1981) Passione d'amore - sceneggiatore
(1980) La terrazza - sceneggiatore
(1977) Una giornata particolare - sceneggiatore
(1976) Signore e signori, buonanotte - sceneggiatore
(1976) Brutti, sporchi e cattivi - sceneggiatore
(1976) Il silenzio è complicità - sceneggiatore
(1974) C'eravamo tanto amati - sceneggiatore
(1973) Trevico-Torino (viaggio nel Fiat-Nam) - sceneggiatore
(1972) La più bella serata della mia vita - sceneggiatore
(1971) Permette? Rocco Papaleo - sceneggiatore
(1971) Noi donne siamo fatte così (segmento "Agata l'Angelo dei Cieli", segmento "Katherine, et Dominus Venit") - sceneggiatore
(1970) Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca) - sceneggiatore
(1969) Il commissario Pepe - sceneggiatore
(1968) Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa? - sceneggiatore
(1968) Il profeta - sceneggiatore
(1968) Le dolci signore - sceneggiatore
(1966) L'arcidiavolo - sceneggiatore
(1965) Made in Italy - sceneggiatore
(1965) Io la conoscevo bene - sceneggiatore
(1965) Thrilling (segmento "Il Vittimista")
(1965) I complessi - sceneggiatore
(1964) La congiuntura - sceneggiatore
(1964) Il magnifico cornuto - sceneggiatore
(1964) Il gaucho - sceneggiatore
(1964) Se permettete parliamo di donne
- sceneggiatore
(1964) Alta infedeltà - sceneggiatore
(1964) La visita - sceneggiatore
(1963) I cuori infranti (segmento "E vissero felici") - sceneggiatore
(1963) Follie d'estate - sceneggiatore
(1963) I mostri - sceneggiatore
(1963) Il successo - sceneggiatore
(1963) La parmigiana - sceneggiatore
(1962) L'amore difficile - sceneggiatore
(1962) La marcia su Roma - sceneggiatore
(1962) Il sorpasso - sceneggiatore
(1962) Due contro tutti - sceneggiatore
(1962) Gli anni ruggenti - sceneggiatore
(1961) Il carabiniere a cavallo - sceneggiatore
(1961) Fantasmi a Roma - sceneggiatore
(1960) Le pillole di Ercole - sceneggiatore
(1960) Adua e le compagne - sceneggiatore
(1960) Il mattatore - sceneggiatore
(1959) Nel blu dipinto di blu - sceneggiatore
(1959) Primo amore - sceneggiatore
(1959) Non perdiamo la testa - sceneggiatore
(1959) Il nemico di mia moglie - sceneggiatore
(1959) Guardatele ma non toccatele - sceneggiatore
(1958) Non sono più Guaglione - sceneggiatore
(1958) Totò nella luna - sceneggiatore
(1958) Il marito - sceneggiatore
(1958) Nata di marzo - sceneggiatore
(1957) Il conte Max - sceneggiatore
(1956) Mi permette babbo! - sceneggiatore
(1956) I giorni più belli - sceneggiatore
(1956) Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo - sceneggiatore
(1955) Rosso e nero - sceneggiatore
(1955) Lo scapolo - sceneggiatore
(1955) I pappagalli - sceneggiatore
(1955) Accadde al penitenziario - sceneggiatore
(1955) Buonanotte... avvocato! - sceneggiatore
(1954) Ridere! Ridere! Ridere! - sceneggiatore
(1954) Un americano a Roma - sceneggiatore
(1954) Una parigina a Roma - sceneggiatore
(1954) Accadde al commissariato - sceneggiatore
(1954) Canzoni di mezzo secolo - sceneggiatore
(1954) Gran varietà - sceneggiatore
(1954) Amori di mezzo secolo - sceneggiatore
(1954) Due notti con Cleopatra - sceneggiatore
(1953) Canzoni, canzoni, canzoni - sceneggiatore
(1953) Fermi tutti... arrivo io! - sceneggiatore

domenica 24 gennaio 2016

CINEMA ITALIANO I LOVE YOU: Il volto di un'altra

Il 2016 è iniziato con la polemica sul cinema italiano: Checco Zalone è stato accusato di aversi 'magnato' tutte le sale cinematografice per il suo ultimo film, Quo Vado. Il cinema italiano però non è solo questo tipo di commedie, ma anche tanti piccoli film che non hanno avuto la fortuna di una distrinuzione a tappeto, o di farsi conoscere a una bella grande fettona di pubblico. Pappi Corsicato in realtà ha la sua bella carriera cinematografica di tutto rispetto (è stato assistente alla regia di Pedro Almodovar), ma a essere pignoli lo si può considerare un regista di nicchia. Regista che oggi la Director's celebra insieme ai cinebloggers di fiducia, un day per esprimere tanto tanto amore al 
cinema italiano.


Quanto ti voglio bene!




Titolo: Il volto di un'altra
Cast: Laura Chiatti, Alessandro Preziosi, Iaia Forte.
Sceneggiatura: Pappi Corsicato, Monica Rametta e Gianni Romoli
Regia: Pappi Corsicato.
Durata: 83'


Potrai anche chiamarti Bella (Laura Chiatti) e anche esserlo, ma dopo un po' la tua faccia stanca. E così che Bella-la-bella viene licenziata, o meglio ridimensionata nel programma televisivo sulla chirurgia estetica co-diretto con il marito/chirurgo Renè (Alessandro Preziosi), faccia da schiaffi pronto a prendere il suo posto al sole in qualsiasi momento. 
Perché ci vuole un volto nuovo, che prenda il pubblico e gli ascolti, e il tuo bel volto, cara bella, non li prende più. La situazione cambia quando un sanitario trasportato dall'operaio Tru-Tru vola dal suo camioncino e 'pam', dritto sul parabrezza di Bella. Che bella non lo è più. Tru-Tru la porta alla clinica dove tante mummie fasciate scontano il purgatorio che li porta dalla clinica a un paradiso fatto di finta e vacua bellezza, con il suo bel volto sfigurato pronto per essere sistemato dal marito/chirurgo.
La sua bella carriera è finita, ma non tutto è perduto: perché non frodare l'assicurazione e infinocchiare gli spettatori - venuti a frotte da chissà quale bella città del belpaese - pronti ad assistere a un nuovo programma dove la bella Bella potrà ritornare più bella, con il volto di un'altra?
Pappi Corsicato ha iniziato la sua carriera facendo l'assistente alla regia di Pedro Almodovar. E si vede. Lo stile surreale del regista spagnolo (più che altro del primo periodo della sua filmografia) è stato assimilato dal regista napoletano che, con Il volto di un'altra, confeziona una commedia cinica sul culto della bellezza, l'ossessione della celebrità e lo squallore del divismo televisivo. Che di bello non ha proprio niente. 
Corsicato però evita facilmente lo scivolone dell' indignato speciale, e crea una sorta di mondo/comunità sperduta chissà dove, dove la bellezza del luogo immerso nel verde inspiegabilmente ben si concilia con la clinica dove disperatamente cerca di riprendersi ciò che madre natura ha negato con il passare degli anni, vedere alla voce 'vecchiaia', una brutta parola per persone che vogliono la bellezza come stato imperituro. 
Nella clinica dove lavorano e vivono questa coppia bella fuori, ma brutta dentro, ecco addentrarci in uno stuolo di mummie fasciate, vittime di loro stessi e del rifiuto del tempo che passa, seguite dalla madre superiora (Iaia Forte, attrice feticcio del regista partenopeo) che si venderebbe l'anima al miglior offerente per un po' di pubblicità. 
Bella e Renè vivono in un mondo ovattato e finto, dove il bene materiale è più prezioso del loro legame affettivo, al punto da lucrare sulla sventura della cinica presentatrice, capace però di prendere la disgrazia dell'incidente come una svolta per rilanciare la propria carriera ormai finita. Perché puoi essere bella quanto vuoi, ma ricordati che al mondo ce ne sono altre più belle e giovani di te. 
E propizio fu il 'lancio del cesso' (che, nella cultura popolare giovanile, il gabinetto viene utilizzato come epiteto dispregiativo per offendere una persona definendola brutta) causato involontariamente dall'operaio Tru-Tru - che ha una stralunata band che canta facendo i ventriloqui - che come la manna dal cielo le da una seconda possibilità. 
E come un film muto espressionista, il film diventa surrealmente una fabbrica di mostri, dove Bella diventa la 'creatura' del dottor Frankeisten di turno che sfigura momentaneanmente il suo bel viso per ingannare l'agente delle assicurazioni, dando via a un castello di bugie, costringendo Bella a indossare una (ennesima) maschera per far credere al popolo di fan adoranti che il fato bruto le ha rubato il bene prezioso della sua bellezza.
Nessuno si salva nel mondo neanche tanto immaginario di Pappi Corsicato: dalla coppia Bella/Renè che si circondano di belle cose per nascondere la bruttezza delle loro anime, alla clinica che sforna mostri spacciandoli per meravigliose creature, fino alla bruttezza dei fan che a loro volte fomentano la mercificazione dell'effimero, alla suora in cerca di celebrità. Non si salva nemmeno il candido Tru-Tru, che cerca la sua fetta di torta dimenticandosi in fretta quel poco di sentimento sincero che nutriva per Bella.
E quando Bella fa cadere la maschera, il mondo che ha contribuito a costruire non la crederà, ormai offuscato dal falso e dal superficiale, la punizione sarà essere ricoperti da un mare di m°°da, materiale organico che tanto purificatore non è, ma che è materiale organico essenziale di un mondo puzzolente, scarto di una società che non va oltre l'apparenza, impossibile da migliorare nonostante la chirurgia estetica, siero della vanità e della vacuità.
Il volto di un'altra è una commedia cinica e surreale, con una Laura Chiatti perfetta nel ruolo della 'bella st°°nza' che si presta a incarnare un mondo che strizza l'occhio allo stile visionario di Gilliam (Brazil e le sue donne di gomma), il cinema muto espressionista tedesco e che rimane fedele alla lezione di Pedro Almodovar; riuscendo a condensare in meno di 90' un universo perverso che ha poco a che fare con la realtà. Come la televisione e i social network, che falsano il mondo facendolo apparire più bello di quanto in realtà è.

Voto: 7+

Hanno dichiarato ammore:

Solaris: Io sono l'amore
White Russian: Non essere cattivo
Pensieri Cannibali: Non essere cattivo
Mari's Red Room: Shadow
Non c'è paragone: Basilicata Coast to Coast
Bollalmanacco: Almost Blue
Delicatamente perfido: Italiano medio

domenica 17 gennaio 2016

GOODBYE: Addio ad Alan Rickman e Franco Citti

Il 2016 inizia proprio male. Dopo la dipartita dell'immenso David Bowie - che era anche un attore, sono venuti a mancare lo stesso giorno, 14 gennaio due attori agli antipodi: Alan Rickman e Franco Citti.
Alan Rickman era nato a Londra il 21 febbraio del 1946 e cominciò la sua carriera nel teatro prima di recitare al cinema. Esordì in Die Hard nel ruolo del motherf°°°r Hans Gruber, l'antagonista cattvo di John McLaine. L'anno dopo è al fianco di Susan Sarandon in Un detective... Particolare, ma è sempre nel ruolo del cattivo di turno riesce a trovare il giusto spazio e popolarità, arrivando a rubare la scena a Kevin Costner/Robin Hood, nel ruolo del temibile sceriffo di Nottingam in Robin Hood di Ryan Reynolds (1991). Nel 1995 torna in patria e lavora con Mike Newell in Un'avventura terribilmente complicata (1995) e poi in Ragione e sentimento a fianco della 'compagna' Emma Thompson (entrambi attivi nel partito Laburista inglese) (1996), che la dirigerà nel suo primo film da regista L'ospite d'inverno (1997) - con la quale tornerà a recitare nel 2003 in Love Actually. Il pubblico però, soprattutto i giovanissimi lo ricorderanno per il ruolo di Severus Piton nella saga di Harry Potter (2001 - 2011), dove ritrova la collega Emma Thompson. Oltre ad essere un attore e un attivista politico, fu anche un regista: oltre a l'ospite d'inverno aveva recentemente diretto Kate Winslet in Le regole del caos.
Dici Franco Citti e pensi alle borgate romane: Citti fu l'incarnazione delle borgate romane, esordendo
come 'accattone' nell'omonimo esordio del poeta e scrittore romano, ma fu anche il 'pappone' di Anna Magnani in Mamma Roma, diventando l'attore feticcio di Pasolini in Edipo Re (1967) Porcile (1969), I racconti di Canterbury (1972), Il fiore delle mille e una notte (1974). Citti non lavorò solo con Pasolini, ma anche con Francis Ford Coppola in Il padrino (1972) e Il padrino - Parte III (1990) nel ruolo del silenzioso Calogerò detto 'Calò'. Lavorò anche con Elio Petri (Todo modo del 1977) e Bernardo Bertolucci (1979). Il fratello Sergio lo diresse in Casotto al fianco di Ugo Tognazzi, Gigi Proietti e una giovanissima Jodie Foster, e Cartoni animati (1999), il suo ultimo film prima di ritirarsi dalle scene.
Il 2016 non inzia nei migliori dei modi...

FILMOGRAFIA: Alejandro Gonzales Iñárritu




NOME:
Alejandro González Iñárritu
DATA DI NASCITA: 15/08/1963
LUOGO DI NASCITA: Mexico City, Distrito Federal, Messico
PROFESSIONE: Regista, Produttore




REGISTA:
(2015) Revenant - Redivivo
(2014) Birdman o (l'Imprevedibile Virtù dell'Ignoranza)
(2006) Babel
(2003) 21 grammi
(2002) 11 settembre 2001 (Segmento "Mexico")
(2001) Powder Keg
(2000) Amores perros
(1996) El Timbre

PRODUTTORE:
(2006) Babel - Produttore
(2005) Toro negro - Produttore esecutivo
(2005) Nove vite da donna - Produttore esecutivo
(2003) 21 grammi - Produttore
(2002) 11 settembre 2001 (Segmento "Mexico") - Produttore
(2000) Amores perros - Produttore

SCENEGGIATORE:
(2006) Babel
(2002) 11 settembre 2001
(2001) Powder Keg
(1996) El Timbre


martedì 12 gennaio 2016

GOODBYE: Addio a David Bowie



In genere non faccio quasi mai post in prima persona. Ma oggi ho il cuore spezzato. David Bowie ci ha lasciati, portandosi con sé Ziggy Stardust, il duca bianco e Nathan Adler, le sue creature, i suoi uno nessuno centomila personaggi che hanno costellato il suo meraviglioso mondo fatto di musica. 
David Bowie mi ha lasciato, proprio ora che volevo scoprire il suo ultimo lavoro, dopo aver ascoltato una sua vecchia canzone, Buddha of Suburbia nel mio lettore MP3 neanche una settimana fa, rincasando dopo una giornata di lavoro. 
Ho il cuore spezzato, perché un pezzo della mia cultura musicale che ho formato durante la mia adolescenza piano piano sta scomparendo, cominciata con la dipartita di MCA dei Beastie Boys, con Scott Weiland degli Stone Temple Pilots e ora la dipartita del  'mio' Duca Bianco.
Il 'mio' Duca Bianco, che incontrai in una primavera del 1993, quando da brava figlia di Mtv sopperivo alla chiusura di Videomusic mangiando pane e musica, fagocitandomi l''impossibile nel pieno di una bulimia musicale. 
E intanto girava il videoclip di They Say, Jump dall'album Black Tie, Withe Noise. Bowie che barcolla sul tetto di un grattacielo, tra pose plastiche che lo frenano da quel jump che gli ordinavano di fare (salto che in realtà fece suo fratello a cui è dedicata la canzone). E fu amore a prima vista. 
Ho consumato il Greatest Hits - regalo di Natale del 1996 - a furia di suonare Aladdin Sane e Suffraggette City, arrivando anche a disegnare la copertina dell'album per un lavoro di scuola al liceo artistico, dove ascoltare Bowie e il Brit Pop faceva figo. Amore per la sua musica che mi ha accompagnata durante gli anni del liceo, a suon di Jungle con Earthling e la sua Little Wonder, fino a quel gioiellino di Hours..., con quel video dove fluttua in una cucina e l'altro, Thursday Child dove rimpiange un amore immaginario. 
Poi il duca bianco decise di ritirarsi dalle scene per un po', dopo avermi lasciato perplessa con Heaten, ascoltato distrattamente al Virgin di Milano; e poi più sollevata con New Killer Star di Reality; finendo per spostare la mia attenzione su altri cantanti, arrivado a 'tradirti' per Rufus Wainwright, trascurandolo per un po' e sentendomi trascurata a mia volta perché non voleva più cantare e non voleva più incidere un album. Ma il Duca Bianco era sempre lì, ascoltando l'album Space Oddity trovato in biblioteca per caso, con quel riff folk contaminato che mi ricordava tanto il mio caro Nick Drake, angelo caduto della musica folk, che debuttò lo stesso anno in cui il Duca Bianco pensava all'eccentricità dello spazio. 
Ed era sempre lì quando mi regalai Outside per il mio 28esimo compleanno, album così dark da lasciarmi intimorire all'ascolto, anche se conoscevo bene quella Heart Filthy Lesson che chiudeva i titoli di coda di Seven con Brad Pitt. 
E che meraviglia essermi addentrata tre anni fa in un cinema d'essay per perdermi nel tuo Labynth, dove tu eri il bellissimo e cattivissimo re degli gnomi.
E poi non potendo portare con me i miei pochi(ssimi), ma buoni CD del 'mio' Duca, che gioia nel trovare su youtube alcuni suoi album, facendomi fare l'anno scorso un tuffo nel passato con Low, che mi intratteneva giusto il tempo del relax prima di andare al lavoro, che suonava dal mio piccolo PC scassato.
E perdonami caro Duca per essere stata un momento egoista: erano anni che non ti esibivi dal vivo, ma io speravo di vederti in un concerto, ignorando le tue condizioni di salute che hai giustamente tenuto per te. Perché certe cose è giusto che rimangano private, facendo trapelare solo l'immenso artista che eri. E che sei, perché la tua musica vivrà per sempre, e so che tu ci stai guardando dal paradiso, mio caro Starman. O forse da Marte, dove finalmente scoprirai se c'è o no vita in quel pianeta.
E che amarezza non conoscere la tua discografia a fondo e avere delle immense lacune da colmare, e soprattutto che amarezza aver interrotto l'ascolto di The Next Day perché non avevo il tempo per assaporarlo pienamente, pensando, "ci ritornerò su", per poi non esserci ancora tornata. E che amarezza dover riscoprire nuovamente i suoi capolavori, ora che non ci sei più, so per certo che l'ascolto sarà differente.
E che rabbia che mi hai fatto facendomi credere che sei ritornato da me con la tua meravigliosa musica, quando invece stavi per lasciarmi di nuovo, e questa volta per sempre. 
Ti sono grata però di avermi dato un dono prezioso con il tuo ultimo album testamento Black Star, prima di volare in paradiso, dove le cicatrici non possono essere viste, dove il tuo dramma non può essere rubato. Ora tutti sanno chi sei.
Prendo in prestito (con licenza poetica nella traduzione) le parole di Lazarus, il suo ultimo singolo, perché non ho più parole che non si trasformino in lacrime per questo genio che ha fatto della sua vita un'opera d'arte. Sapeva che sarebbe rimasto su questa terra ancora per poco, così ha scritto il suo epitaffio, lasciandoci il regalo più bello, il suo testamento musicale e spirituale. 
E il cerchio si chiude pensando all'audiocassetta di Black Tie, Withe Noise presa in mano un giorno durante le vacanze di Natale dell'anno appena passato, regalandogli una custodia nuova di zecca, dopo tanti anni che giaceva avvolta nella sua copertina.
Domani o un altro giorno,  a mente lucida, cercherò di non versare altre lacrime che ho trattenuto tutto il giorno e che ho versato mentre scrivevo questo post che probabilmente suonerà patetico (ma è così che mi sento, con il cuore spezzato), sperando di avere il tempo per scrivere una monografia dei film in cui ha recitato. Perché Bowie era uno nessuno e centomila, e tra i suoi mille volti c'era anche quello dell'attore.
Ora scusate per il patema, ma  ci vorrà un po' prima che rimetta i cocci del mio cuore a posto.



You know, I'll be free
Just like that bluebird
Now ain't that just like me
Oh I'll be free
Just like that bluebird
Oh I'll be free
Ain't that just like me




Ciao David, grazie per essere esistito, grazie per averci fatto capire che il mondo, se non ci piace, possiamo crearlo a regola d'arte, facendolo calzare a pennello come un paio di guanti di velluto. Grazie per aver condiviso la tua genialità e la tua splendida musica. 

domenica 10 gennaio 2016

COMING SOON: Joy

La vita di Joy Mangano (Jennifer Lawrence) dall'adolescenza alla maturità, diventando imprenditrice di successo con l'invenzione del Magic Mop, strumento casalingo per la pulizia dei pavimenti tutt'ora in vendita negli Stati Uniti.
Squadra che vince, non si cambia: David O' Russell prende i suoi magnifici 3 - Lawrence, Robert De Niro e Bradley Cooper per un biopic 'anomalo' dove non rappresenta una storia lineare alla Erin Bronkovich, ma una sorta di storia surreale che incanstra le vicende di una giovane donna che lotta contro una famiglia allargata e disfunzionale arrivando ad agguantare il successo;  cercando allo stesso tempo di dividersi tra casa e famiglia. Joy cerca la sua strada, e solo la nonna Mimi (Diane Ladd) riconosce il suo talento. E sarà proprio la sua incasinata famiglia che le darà l'idea che la renderà milionaria.
Joy uscirà nelle sale italiane il 15 gennaio.

martedì 5 gennaio 2016

DIRECTOR'S CULT 'BUON NON BLOGGHEANNO A ME' EDITION: Giochiamo al Monnezza Movie Mon Amour


Gennaio è il Director's cult day e con due giorni di ritardo e con la vecchiaia che si fa sentire, celebro un buon non bloggheanno a me!
Per non celebrare l'evento vi invito a fare un giochino piccino picciò nel nome der er Monnezza: una lista dei monnezza movie film che considerate demmerda per questo, questo e quest'altro motivo fanno pena al punto che alcuni non dovrebbero esistere proprio. Vale anche l'odio a pelle solo alla visione del trailer! 
P.s. Risparmierò Jennifer Lopez, perché ci da tanta gioia e tanta ilarità con i suoi filmoni. E' come la Fiat Panda: se non ci fosse, bisognerebbe inventarla.



Vacanze di Natale 1995 di Neri Parenti (odio a pelle solo alla visione del trailer).

Film che non concepisco proprio. Non capisco perché Massimo Boldi debba sciare seduto su un cesso. Questo è un motivo sufficiente per sentire l'odore di film demm*rda a 10km di distanza.

Giustizia privata di Gary Fleder.

Mamma mia, filmone caz*one confezione deluxe! Quando Walker Texas Ranger incontra Michael Scofield.  E ci fanno pure all'ammore, Scofield oltre a creare un piano di fuga può anche concepire (Walker è troppo virile per farlo) e ci figliano questo Gerald Butler incazzoso e flippato di testa, che in nome della vendetta ne combina una peggio del bertoldo pur di punire i cattivoni che cattivoni non si può, tra patapum e patapim che farebbero impallidire pure Steven Seagal. A farne le spese un povero Jamie Foxx, attore da Oscar che si ritrova in un film brutto quanto la fame del '43

Catwoman di Pitof.

Batman ancora sta piangendo. Roba che a Selina Kyle non glielo vuole buttare più. E ci credo l'han cunscià come un putanùn sta tusa inscì! Brutto il costume (Renzo Miccio tiene ragione quando le dice 'ma come ti vesti???'), brutta la sceneggiatura, brutti gli effetti speciali, brutta la performance di Halle Berry, tutto così brutto che pure il filosofo Benjamin riformulerebbe le sue teorie estetiche dove il bello non può esistere senza brutto. Con questo film di bello non c'è proprio niente.

Batman Vs. Superman (odio a pelle alla sola visione del trailer) di Zack Snyder

Povero Batman non solo rimane zitello dopo che non si vuole più fare Catwoman, ora gli tocca pure fare gli straordinari dandole di santa ragione a Superman (ma stenderlo con una supposta di kriptonite, no?). Si preannuncia come il film del kaiser dell'anno! Film sostanzialmente inutile, ormai non sanno più come raschiare il fondo del barile. E a Ben Affleck non gli chiediamo indietro l'Oscar perché è chiaro che ha fatto questo film perché stava divorziando e quindi  non era capace di intendere e volere.

Tre all'improvviso di Greg Berlanti

Io se fossi un orfanella mica mi farei crescere da una zitella inacidita e rompi maroni come Katherine Heigl e da quel bimbominkia di Josh Dunhamel. Però si sa, le commedie romanticose agli ammericani piacciono tanto tanto e pensano che ogni stronzata che non stia né in cielo né in terra possa piacere a tutti. E invece no! Film inutile, a metà tra Baby Boom e Stronzata Boom, con protagonisti insopportabili di cui manco la bambina ammaestrata come una scimmietta si salva.

Walking on Sunshine di Max GiwaDania Pasquini.

E volevano strizzare l'occhio agli amanti del musical che hanno amato Mamma Mia! E invece l'occhio al pubblico l'hanno cavato, mamma mia che film da ovvove! Le canzoni anni Ottanta non bastano per costruire un film urendo mal recitato e mal cantato, dove l'unica cantante professionista (Leona Lewis Ndr.) viene imspiegabilmente sottoutilizzata e per di più doppiata. Roba da fare un inchiesta al trashosissimo programma Mistero.

The Tourist di Florian Henckel von Donnersmarck.

Come prendere un regista europeo promettente, fargli girare un film a Hollywood e stroncargli la carriera con un film così demm°rda che dem*erda non si può. Film che inoltre segna il declino artistico di Johnny Depp (ma tranquilli raga, ora c'è la figlia a recitare e la dinastia è salva!) e con una Angelina Jolie che sa solo lei come possa fare l'agente in missione bardata come la sciura dei Ferrero Rocher. 'Storia' incasinata, ingarbugliata e confusa che lesina fior di cliché, dove a farne le spese siamo sempre noi ita(g)liani facendo la figura del pirla di turno.

Sex List - Omicidio a tre di Marcel Langenegger.

Hugh Jackman è tanta roba. Ewan McGregor pure, ma qua me lo conciano come un ragioniere minkione da far risultare Fantozzi sexy. Storia che dovrebbe rasentare l'in*ulata a sorpresa con un thriller che dove il ragiornier McGregor tromba a destra a manca e rimane invece trombato. E uno e stic°zzi pare d'obbligo. Inutile, la visione si consuma in fretta come una sveltina e ti fa addormentare di colpo saltando le coccole. Se non ti addormenti prima dopo i preliminari.

Amore 14 di Federico Moccia

Uno che a 50 anni o giù di lì si affanna alla ricerca dell'adolescenza perduta e "racconta" la vita delle ragazzine che sembrano uscite da un'incontro sotto acido di Top Girl con Sex and the City. Che caz*o di traumi abbia avuto in gioventù, ancora non si sa. Neanche Marzullo l'ha ancora scoperto. Spendere parole su quanto faccia cacare Amore 14 pare superfluo. Girato a caz*o di cane, recitato a mo' di cagna, scritto a caz*o di cane peggio di come è recitato e diretto. Come direbbe il signore a cui buttano le chiavi in Clerks: 'gioventù di mer*a!'


Paolo Ruffini e Francesco Mandelli's Movie (per la serie i trailer mi rifiuto di vederli per principio).
LA QUALITà HA ROTTO IL CAZZO! W LA MMERDA! 
Questo è l'epitaffio che dovrebbero scrivere sulla tomba del cinema italiano. E' un mistero che questo duo vengano pagati per 'dirigere e interpretare' accozzaglie che non hanno né capo né coda. E ti prendono pure per il culo perché ti spacciano lamm*rda per la cioccolata. Questo duo cinematograficamente parlando non dovrebbe esistere a priori. Roba da invocare per 3 volte (come Beatlejuice) i fantasmi del glorioso cinema italiano che fu e corcarli di botte. 

E questo è tutto. Ora scatenatevi, che la forza del Trucido sia con voi!



lunedì 4 gennaio 2016

FILMOGRAFIA: David Cronenberg





NOME:
David Cronenberg
DATA DI NASCITA: 15/03/1943
LUOGO DI NASCITA: Toronto, Ontario, Canada
PROFESSIONE: Regista, Sceneggiatore, Attore, Produttore.





REGISTA:


(2014) Maps To the Stars
(2012) Cosmopolis
(2011) A Dangerous Method
(2007) Chacun son cinéma
(2007) La promessa dell'assassino
(2005) A history of violence
(2002) Spider
(2000) Camera (cortometraggio)
(1999) eXistenZ
(1996) Crash
(1991) Il pasto nudo
(1990) Scales of justice (Serie TV)
(1988) Inseparabili
(1987) Friday the 13th (Serie TV - episodio "Faith Healer")
(1986) La mosca
(1983) La zona morta
(1983) Videodrome
(1981) Scanners
(1979) Brood, la covata malefica
(1979) Fast company
(1977) Rabid, sete di sangue
(1976) Teleplay (Serie TV - episodio "The Italian Machine")
(1975) Peep Show (Serie TV - episodio "The Lie Chair", "The Victim")
(1975) Il demone sotto la pelle
(1972) Programme X (Serie TV - episodio "Secret Weapons")
(1972) Don Valley1 (TV)
(1972) Fort York (TV)
(1972) In the Dirt (TV)
(1972) Lakeshore (TV)
(1972) Scarborough Bluffs (TV)
(1972) Winter Garden (TV)
(1971) Jim Ritchie Sculptor (TV)
(1971) Letter from Michelangelo (TV)
(1971) Tourettes (TV)
(1970) Crimes of the future
(1969) Stereo
(1967) From the drain
(1966) Transfer


SCENEGGIATORE:

(2000) Camera (cortometraggio)
(1999) eXistenZ
(1996) Crash
(1992) Scanners III: the takeover
(1991) Il pasto nudo
(1991) Scanners 2: il nuovo ordine
(1988) Inseparabili
(1986) La mosca
(1983) Videodrome
(1981) Scanners
(1979) Brood, la covata malefica
(1979) Fast company
(1977) Rabid, sete di sangue
(1975) Il demone sotto la pelle
(1972) Programme X (Serie TV - episodio "Secret Weapons")
(1972) Don Valley1 (TV)
(1972) Fort York (TV)
(1972) In the Dirt (TV)
(1972) Lakeshore (TV)
(1972) Scarborough Bluffs (TV)
(1972) Winter Garden (TV)
(1971) Jim Ritchie Sculptor (TV)
(1971) Letter from Michelangelo (TV)
(1971) Tourettes (TV)
(1970) Crimes of the future
(1969) Stereo
(1967) From the drain
(1966) Transfer


ATTORE:

(2001) Jason X - Dr. Wimmer
(2001) Il giudice (Film TV) - Detective Stobel
(1999) Resurrection - Padre Rousell
(1998) Last night - Duncan
(1997) The grace of God -
(1996) Moonshine highway (Film TV) - Clem Clayton
(1996) Extreme Measures - Soluzioni estreme - Avvocato dell'ospedale
(1996) The stupids - Direttore delle poste
(1995) Da morire - Uomo nel lago
(1995) Blood & Donuts - Stephen
(1994) Boozecan - Stan Coleburn
(1994) Henry & Verlin - Doc Fisher
(1994) Il verdetto della paura -
(1992) Blue -
(1992) Naked making lunch (Documentario) - Se stesso
(1990) Cabal - Decker
(1986) La mosca - Ginecologo
(1985) Tutto in una notte -


PRODUTTORE:

(2005) A history of violence - produttore
(2002) Spider - produttore
(1999) eXistenZ - produttore
(1998) I'm losing you - produttore esecutivo
(1996) Crash - produttore
(1998) Inseparabili - produttore
(1971) Jim Ritchie Sculptor (TV) - produttore
(1970) Crimes of the future - produttore
(1969) Stereo - produttore
(1966) Transfer - produttore