giovedì 31 dicembre 2015

BUON ANNO DA DIRECTOR'S CULT: I FILM DEL 2015



Ebbene sì, contagiata dalle classifiche dei miei colleghi bloggers, anche io vorrei fare una classifica di questo 2015 agli sgoccioli. Perché anche se non ho scritto un granché causa impegni e anche un po' di stanchezza mista a pigrizia e 'blocco dello scrittore', qualche film l'ho visto pure io!
Sarà una classifica strana perché mancheranno l'osannato Star Wars: Il risveglio della forza e Mad Max: Fury Road. Il motivo? Semplicemente non li ho visti al cinema, vuoi perché non mi interessava (il primo), vuoi perché lo 'mancai' al cinema. In compenso ci saranno dei film che ho amato molto e un paio che non mi ha particolarmente colpito, ma che in Italia non sono ancora usciti. Questo perché vivendo all'estero, i film escono a volte prima al cinema. Anche se lo scotto da pagare è perdere Checco Zalone a inizio 2016. Li mortacci della distribuzione!
Quindi, bando alle ciance e invece di una top ten, metterò i film che ho visto partendo in ordine cronologico, cioè da gennaio a dicembre, con qualche 'mind the gap' che manderebbe in crisi di astinenza ogni amante del cinema.

Gennaio:

Birdman, di Alejandro Inarritu
Ritorno in grande spolvero per Michael Keaton alle prese con un personaggio sull'orlo di una crisi di nervi, in un inferno teatrale fatto di divismo, ripicche e colpi di scena (e di pistola), dove ogni personaggio è in cerca più di un posto al sole che di un autore.

Wild di Jean Marc Vallè
Film che mi ha in parte diluso, vuoi perché l'ha scritto un 'certo' Nick Hornby, vuoi perché poteva essere una riflessione sul senso della vita e un recupero della propria esistenza a contatto con la natura, paradossalmente l'aspetto 'wild' della vera storia di Ceryl Stranyned è stata più coinvolgente nei flashback 'cittadini' che nel cuore della natura incontaminata, 

Wiplash di Damien Chazelle.
Not my tempo. However, this movie is fucking awesome!  Potente come una rullata di batteria, questo film ambientato nel mondo del jazz è uno spietato ritratto di un ragazzo che arriva a dare l'anima pur di centrare il proprio obiettivo. Anche perché non ci sono parole peggiori di 'ben fatto'. E' un film che dovrebbe vedere ogni ragazzino in cerca di gloria nei vari talent show.

Febbraio:

American Sniper di Clint Eastwood.
Il caro vecchio Clint ci ricorda che è un repubblicano di ferro e che tiene bandiera americana che batte nel suo cuore con questo film che non glorifica la figura del cecchino più letale in USA incarnata da Chris Kyle, ma che mostra un lato dell'America che pensa sia un dovere servire la propria patria, difendendola con le unghie e con i denti. Clint non è mai stato né guerrafondaio, ma nemmeno contro il sistema (basti ricordare il suo reazionario Dirty Harry in piena New Hollywood), anche se ci ricorda che la guerra flippa il cervello. Come? Guardando una TV spenta e 'sentendo' i rumori delle granate.

The Interview di Evan Goldberg, Seth Rogen
Come prendere per i fondelli la dittatura coreana e vivere felici e contenti. Così si potrebbe riassumere questa satira spassosa e scorreggiona interpretata dal duo Seth Rogen e James Franco, coppia di azione che deve uccidere niente poco di meno che il presidente della Corea del Nord Kim Jin Sung. Le gag grossolane non mancano, ma grattando la patina della volgarità e delle stupidità, si nasconde una arguta satira di come i mezzi di informazione manipolino il comune cittadino. E ricordate, save the puppy!

Marzo

A Most Violent Year di J.C. Chandor
Il 1981 è stato il più violento anno a New York, creando 'un inverno del loro sconcerto' tra i cittadini impauriti della grande mela. Nonostante ciò c'è chi prova a espandere i propri affari, in una escalation di violenza e declino della morale. Violence is in the air, ma se vi aspettate un lag' de sangue stile Die Hard vi sbagliate: Chandor è abile nel creare tensione, sfruttando anche la bravura di Oscar Isaac e Jessica Chastain.

Aprile

The Voices di Marjane Satrapi.
La regista di Persepolis cambia regristro e mostra agli americani come si fa un film americano diretto da una regista iraniana, mettendo in scena un film a metà tra la commedia surreale e il grand guignol,con un sorprendente Ryan Reynolds che sbrocca alla grande una volta che smette di prendere le sue medicine per la schizofrenia. The Voices è imperfetto nel coniugare i due generi, ma è pur sempre un film godibile con il gatto più figlio di buona donna che esiste sulla faccia della Terra.

Agosto

Trainwreck di Judd Apatow
Ripetete con me 'la monogamia non è realistica'. Questo è il mantra di Amy (una spassosissima Amy Schumer) che passa tra una relazione e l'altra fino a quando anche lei s'innamora. Deragliando come un treno e sbarellando alla grande. La forza di Trainwreck è nella scrittura e nella performance della Schumer, una one woman show dove ribalta i cliché del Don Giovanni con questa donna senza freni inibitori che riesce a urtare i sentimenti di un uomo grande e grosso come John Cena. La presenza scenica della Schumer rischia di fagocitare l'intero film, ma si ride alla grande e questo basta e avanza.

Operazione U.N.C.L.E. di Guy Ritchie
Guy Ritchie torna in pompa magna y dopo i fasti di Sherlock Holmes e riprende un telefim inglese famoso negli anni Sessanta per fare una sua personale visione di James Bond nella guerra fredda. Lo stile adrenalinico degli esordi dimenticatelo, Ritchie si concede uno stile dinamico grazie al sapriente uso del montaggio, puntando molto sulla stilosità della confezione, creando un film a metà tra la spy story e il buddy movie, con la coppia: Hammer/Cavill con una fascinosa Alicia Vikander, vera rivelazione dell'anno.

Mistress America di Noah Baumbach

Se vi sono piaciuti i quarantenni di Giovani si diventa, i ventenni di Frances Ha, allora dovete riempire il gap generazionale con i trentenni in crisi (e anche le matricole universitarie) in cerca di un posto nel mondo con Mistress America. Greta Gerwich ritorna nei panni di Brook, una trentenne che sa fare tutto ma alla fine niente, che affascina una quasi sorellastra che vorrebbe diventare scrittrice. New York, nevrosi e uno sguardo al cinema di Woody Allen coniugata con la cultura hipster e radical chic di oggi.


Settembre

Legend di Brian Helgeland
La storia dei gemelli Krays, gangster che dominavano gli affari nell'East London degli anni Sessanta. Raccontato dal punto di vista della moglie di Ronnie Kray, Frances, il film ha atmosfere da noir anni Trenta e una ottima ricostruzione d'epoca dei fatti, ma chi regge baracca e burattini è lo strepitoso Tom Hardy, nel doppio ruolo dei gemelli più temuti di Londra.

Ottobre

Mia madre di Nanni Moretti
Moretti torna con un film intimista e sentito, dove per la seconda volta è in disparte, facendo di Margherita Buy il suo alter ego alle prese con il difficile rapporto con una madre che sta per lasciare i propri figli, mentre si strugge per terminare un film politicamente impegnato con una star volubile. Non è assolutamente sotto tono né sommesso, ma un film delicato che si interroga sul rapporto con i propri genitori, la morte e l'appagamento personale.

Sicario di Dennis Villeneuve
Spietato e privo di ottimismo, seppur con qualche lentezza che rasenta la noia, Sicario riesce nella seconda parte a catturare con questa storia dove non ci sono né vincitori né vinti, dove ogni briciolo di morale va a farsi benedire pur di intaccare il marcio nascosto nel cartello della droga in Messico. Non ne esce bene nemmeno l'eroina femminile, roba che farebbe arrabbiare Kathryn Bigelow, regina dei personaggi femminili con le palle.

Novembre

Irrational Man di Woody Allen
Woody ritorna in America, ma questa volta sceglie una cittadina del Sud con un professore di filosofia stanco della vita, ma che trova nuova linfa vitale in un piano machiavellico in nome di una fittizia gustizia morale. Woody riprende il tema del delitto e castigo e questa volta lo attua fino in fondo senza fare sconti a nessuno.

Taxi Teheran di Jafar Panahi
Film picaresco e 'sovversivo' per la realizzazione con mezzi di fortuna, Taxi Teheran è una dichiarazione d'amore di un uomo che ama il cinema e il suo mestiere, in un paese, l'Iran in cui la libertà di espressione viene calpestata senza remore. Nel taxi di Panahi si ha l'occasione per offrire una riflessione sulla settima arte, ma anche le difficoltà di chi lotta contro le ingiustizie. Ingiustizie che subisce tutt'ora Panahi 

The Martian di Ridley Scott
Il buon Scott torna con l'avventura sci-fi per un bel giocattolone che intrattiene alla grande (grazie anche a una bella colonna sonora disco anni Settanta). dove lascia il botanico Matt Damon a cavarsela da solo nell'ostile Marte. Il finale poteva anche essere un pelo accorciato, ma che spettacolo per gli occhi, per una volta W il 3D!

Steve Jobs di Danny Boyle
Se avete il culto di Steve Jobs non è il film che fa per voi, perchè in questo biopic è parecchio stronzo. Con uno stile a 'scomparti' la vita di Jobs viene rappresentata nel suo lato (poco) umano. Il film non rapisce il cuore, ma che interpretazione da urlo quella di Fassbender e Winslet!

Spectre di Sam Mendes
Nel precedente Skyfall, Sam Mendes aveva messo a nudo James Bond, mostrandocelo fragile nel tentativo di combattere i demoni del passato. Una volta guarito, Bond ritorna a essere quell'irresistibile figlio di buona donna, diventando un agento imbattibile se non indistruttibile. E' un 100% Bond: godibile, adrenalinico, con il cattivo più cattivo che non si può e un lato romantico che non ti aspetteresti.

Dicembre
The Peanuts Movie di Steve Martino
E' impossibile non aver 'incontrato' Snoopy e Charlie Brown nel corso della propria esistenza. The Peanuts Movie al grido di good grief, è un film che scalda il cuore, dove essere fuori dal coro non significa essere perdenti.

Carol di Todd Haynes
Todd Haynes è ufficialmente l'erede di Douglas Sirk. Caroll è un raffinato melò con una strepitosa Cate Blanchett, donna 'fuori dagli schemi' per la bacchettona America degli anni Cinquanta che tradisce la cosa più cara che ha pur di vivere la sua vita libera dalle menzogne. Rooney Mara è una sommessa Therese capace comunque di sfoderare gli artigli per dar spazio alle sue ambizioni e crescere. Haynes riesce ancora una volta a creare personaggi femminili superbi e fuori dalle convenzioni, intrappolandole in una confezione di lusso con ambientazioni ricercate e raffinate.

The Lobster
Film ambientato in un futuro distopico, The Lobster è un film che nonostante ci offra
e un Colin Farrell volutamente monocorde e apatico, è impossibile non reprimere le emozioni per le disavventure di un uomo che vuole essere solo in una società che vieta la solitudine. Parla di amore, ma è un amore cinico, di convenienza e a volte sembra non molto lontano dalle relazioni patinate di oggi.

Bridge of Spies di Steven Spielberg.
Zio Steven quanto si diverte a fare il professore di storia, peccato che , diluda anche questa volta, facendo bene i compiti con il buon cittadino incarnato dall'every man Tom Hanks che ha a che fare con i cattivoni della guerra fredda. Oltre alle inesattezze storiche, affoga il tutto in un mare di retorica, che neanche quel repubblicano di ferro come Clint Eastwood riesce a fare. Ineccepibile dal punto di vista registico, ma dov'è finita la verve dissacrante e sognatrice di un tempo?

E questa è la classifica personale di Director's cult. Buon anno a tutti, che il 2016 ci riserva altri meravigliosi film!








domenica 20 dicembre 2015

COMING SOON: Carol


Natale è alle porte e Carol (Cate Blanchett), una raffinata donna borghese, è alle prese con il regalo di natale per la sua bambina. 
In un centro commerciale incontra Therèse (Rooney Mara), una commessa timida che rimane affascinata dall'eleganza di questa signora algida ed elegante. Cominceranno a conoscersi e l'amicizia si trasformerà in qualcosa di più profondo. 
Ma nell'America puritana degli anni Cinquanta, un'amicizia così ambigua viene mal vista, e Carol rischia di perdere ciò che ha di più caro.
Todd Haynes torna con un raffinato melò che sprizza l'occhio a Douglas Sirk, mescolandolo con il suo stile creando una delicata storia tutta femminile. Cate Blanchett e Rooney Mara si contendono la scena, mostrando ancora la volta di essere grandi attrici, esaltate dalla direzione sicura di Haynes, a suo agio nel dirigere un cast prettamente femminile, capace di creare due perfetti ritratti di donna.
Carol uscirà nelle sale italiane il 5 gennaio 2016.

venerdì 11 dicembre 2015

NEWS: Golden Globes 2016




Oggi sono state annunciate le nomitation per i Golden Globes 2016, che vede protagonista Carol di Todd Haines,  The Revenants di Alejandro Gonzales Inarritu e un outsider a sorpresa, George Miller e il suo Mad Max: Fury Road e Room di Lenny Abramson (Frank) e un film stile Tutti gli uomini del presidente con Spotlight. I grandi esclusi sono Quentin Tarantino, che si deve 'accontentare' della nomination per la miglior sceneggiatura, la nomination per la miglior attrice non protagonista (Jennifer Jason Leigh) e la miglior colonna sonora ad Ennio Morricone (che sia la volta buona?) e Paolo Sorrentino, che non ha ricevuto la nomination per il miglior film straniero con il suo Youth - La giovinezza, che però ha fatto conquistare la nomination per la miglior attrice non protagonista a Jane Fonda e per la miglior canzone. Cate Blanchett rischia di agguantare la statuetta per la sua strepitosa performance in Carol, e dovrà contendersi il Globe con Rooney Mara, sua controparte in Carol, Alicia Vikander che fa doppietta (The Danish GirlEx- Machina come migliore non protagonista), Brie Larson (Room) e Saorsie Ronan (Brooklyn).
Sempre nella categoria Drama, Leonardo Di Caprio è in pole position con The Ravenants, ma dovrà vedersela con Bryan Cranston (Trumbo), Michael Fassbender (Jobs) e a sorpresa un redivivo Will Smith (Concussion). 
Nella categoria Comedy a parte un paio di titoli, non ci sono film che faranno impazzire l'Academy per le prossime nomination agli Oscar. La parte del leone la fa  The Martian (miglior regia a Ridley Scott, Matt Damon miglior attore e miglior commedia) The Big Short (miglior attore Christian Bale e Steve Carell e miglior film e miglior sceneggiatura originale), che hanno entrambi buone probabilità di vincere contro film (apparentemente) deboli come Spy, che può giusto vantare la performance di Melissa Mc Carthy nominata come miglior attrice, Trainwreck (che ha il suo punto di forza in Amy Schumer candidata come miglior attrice) e forse la può spuntare a sorpresa Joy con  la 'solita' Jennifer Lawrence, mentre The Lady in the Van si consola con la nomination a Maggie Smith. 
Idris Elba ha buone chance di vincere come miglior attore non protagonista per Beast of no Nation, ma Mark Rylance (Bridge of Spies) e a sorpresa Silverster Stallone (Creed) potrebbero soffiargli la statuetta.
Strano ma vero, ma Meryl Streep non è stata nominata per Ricky and the Flesh, né per Suffraggette, film che aveva la forza nelle prove di attrici del calibro di Streep, Carey Mulligan e Helena Bonham Carter.
Inside Out forse è il favorito, ma a sorpresa c'è Anomalisa di Charlie Kaufman, e l'adorabile The Peanuts Movie che dovranno combattere contro l'esilarante banda di Shawn the Sheep - The Movie.
La serata verrà presentata da Ricky Gervais e si terrà a Los Angeles il 10 gennaio.


venerdì 4 dicembre 2015

FILMOGRAFIA: Abigail Breslin




NOME:
Abigail Breslin
DATA DI NASCITA: 14/04/1996
LUOGO DI NASCITA: New York, New York, Stati Uniti
PROFESSIONE: Attrice





ATTRICE:
(2015) Contagious - Epidemia mortale - Maggie Vogel
(2013) I segreti di Osage County - Jean Fordham
(2013) Ender's Game - Valentine Wiggin
(2013) The Call - Casey Welson
(2012) Zambezia - Zoe (voce)
(2012) The Class Project - Sandra
(2011) Capodanno a New York - Hailey
(2011) Rango - (voce)
(2009) Benvenuti a Zombieland - Little Rock
(2009) La custode di mia sorella - Andromeda 'Anna' Fitzgerald
(2008) Kit Kittredge: An American Girl - Kit Kittredge
(2008) Certamente, forse - Maya Hayes
(2008) Alla ricerca dell'isola di Nim (US) -
(2007) Adam Brooks - Maya Hayes
(2007) Sapori e dissapori - Zoe
(2006) Santa Clause é nei guai - Trish
(2006) The Ultimate Gift - Emily
(2006) Grey's Anatomy (Episodio TV: Sometimes a Fantasy) - Megan Clover
(2006) Imaginary Friend - Hally
(2006) Little Miss Sunshine - Olive
(2006) Ghost Whisperer (Episodio TV: Melinda's First Ghost)- Sarah Applewhite
(2005) The Family Plan (Film TV) - Nicole Dobson
(2004) Chestnut - Un eroe a quattro zampe - Ray
(2004) Navy NCIS: Naval Criminal Investigative Service (Episodio TV: See No Evil)- Sandy Watson
(2004) Law & Order: Special Victims Unit (Episodio TV: Birthright) - Patty Branson
(2004) Keane - Kira Bedik
(2004) Principe azzurro cercasi - Carolina
(2004) Quando meno te lo aspetti - Sarah Davis
(2002) Hack (Episodio TV: Domestic Disturbance)- Kayla Adams
(2002) Le cose che amo di te (Episodio TV: The Teddy Bear) - Josie
(2002) Signs - Bo Hess

martedì 1 dicembre 2015

VIDEOCLIP REVIEW - WORLD AIDS DAY: Street of Philadelphia




Titolo: Street of Philadelphia
USA, 1993
Cantante: Bruce Springsteen.
Regia: Jonathan Demme, Ted Demme.
Durata: 2'57''

Philadelphia è una metropoli affascinante, con i ragazzi che giocano a basket, con il vociare allegro dei bambini che giocano a Ritthenhouse Park, con i suoi grattacieli e con la statua di Benjamin Franklin che caratterizza la città. Philadelphia è anche una città grande, dove ci si sente isolati e soli.

I walked the avenue, 'til my legs felt like stone, 
I heard the voices of friends, vanished and gone, 
At night I could hear the blood in my veins, 
It was just as black and whispering as the rain, 
On the streets of Philadelphia.

La solitudine ti assale e l'unica cosa che puoi fare per combattere la solitudine è camminare per le strade di Philadelphia, fino a quando i muscoli delle gambe non diventano dure come la pietra.
Gli amici sono andati via, ma puoi ancora sentire l'eco delle loro voci, tra la pioggia battente che colpisce le strade di Philadelphia

Night has fallen, I'm lyin' awake, 
I can feel myself fading away, 
So receive me brother with your faithless kiss, 
Or will we leave each other alone like this
On the streets of Philadelphia.

La notte ti ruba il sonno, le forze ti stanno abbandonando, sono pronto per incontrare te fratello mio, dammi il tuo bacio senza fede, o rimarremo da soli nella solitudine delle strade di Philadelphia.

Street of Philadelphia è la canzone premio Oscar di Bruce Springsteen, scritta per il film Philadelphia di Jonatham Demme, dramma sull'AIDS con un grande Tom Hanks che vinse l'Oscar e diede una svolta alla sua carriera abbandonando i ruoli demenziali e le commedie degli anni Ottanta.
Diretto da Demme con la collaborazione del nipote Ted (che fu a sua volta un regista, tra i suoi film Blow con Johnny Depp), I Demme accarezzano lievemente con la macchina da presa la città di Philadelphia, accompagnando Bruce Springsteen nella sua solitaria camminata per le vie della città. 
Benché non sia più l'epidemia del decennio, 'la malattia dei gay' così definita ingiustamente negli anni Ottanta, e la medicina stia facendo passi da giganti, l'AIDS è una malattia che ancora non ha una cura e l'unico modo è proteggersi durante i rapporti sessuali con il profilattico, e soprattutto informarsi. E non dimenticarsi che è una malattia ancora presente, che può colpire chiunque, indistintamente, che non guarda in faccia la classe sociale, l'età, l'etnia e il gender. Ancora oggi c'è tanta ignoranza e paura, ma dimentichiamo che chi ha contratto la malattia è una persona in preda alla paura, alla solitudine, stato d'animo perfettamente descritto da questa bellissima ballata struggente.
Oggi 1°dicembre è la giornata internazionale della lotta contro l'AIDS. Take and action, no discrimination.