martedì 14 aprile 2015

GOODBYE: Addio a Manoel De Oliveira



Se n'è andato in punta di piedi una decina di giorni fa, dopo aver cavalcato l'onda della settima arte per più di un secolo. All'età di 106 anni è venuto a mancare il regista portoghese Manoel De Oliveira.
Fino all'ultimo è stato dietro la macchina da presa, festeggiando il suo 106esimo compleanno dirigendo il suo ultimo cortometraggio Il vecchio di Restelo. Un testamento il suo, una riflessione sull'umanità che usava le arti (letteratura, teatro e cinema su tutti) come fonte di ispirazione. Il Novecento lo vide come protagonista assoluto del cinema portoghese (nacque a Oporto l'11 dicembre del 1906), cominciando con i documentari durante gli anni Trenta, anche se divenne prolifico negli anni Sessanta, per poi non abbandonare il cinema mai più.
Visse in Germania negli anni Cinquanta per studiare cinema e per sfuggire alla dittatura di Salazàr, per poi ritornare in patria nel 1970, a dittatura caduta.
Diresse una sua particolare visione della Pasqua con Atto di primavera (1963).
Le donne furono protagoniste dei suoi film con Passato e presente (1971) storia di una donna che disprezzava il marito e una volta vedova scopre di riamarlo finendo per disprezzare a sua volta il neo sposo, arrivando a formulare in maniera poetica e personale il vecchio detto 'il matrimonio è la tomba dell'amore'.
Il suo film più famoso è Francisca (1981), donna inglese schiacciata dalle convinzioni.
Sempre più prolifico, negli anni Novanta diresse molti film tra cui la sua versione della Divina commedia (1991) e Il mistero del convento (1995), dove si nasconde il mistero secondo la quale Shakespeare sarebbe di origini spagnole.
Nel 1999 diresse Chiara Mastroianni in La lettera, tratto dal romanzo La principessa di Clèves.
Alla verdissima età di 100 anni la sua voglia di raccontare cinema non conosce una pausa. Anzi, De Oliveira trovò nuova linfa creativa, che lo portò a dirigere Bella sempre  (2006), Singolarità di una ragazza bionda (2009) ricco di riferimenti alla cultura portoghese degli ani Cinquanta in chiave contemporanea, fino all'ultimo lungometraggio, Gebo e l'ombra (2012).
Addio a un maestro che ha accompagnato il cinema per quasi un secolo.




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