giovedì 31 dicembre 2015

BUON ANNO DA DIRECTOR'S CULT: I FILM DEL 2015



Ebbene sì, contagiata dalle classifiche dei miei colleghi bloggers, anche io vorrei fare una classifica di questo 2015 agli sgoccioli. Perché anche se non ho scritto un granché causa impegni e anche un po' di stanchezza mista a pigrizia e 'blocco dello scrittore', qualche film l'ho visto pure io!
Sarà una classifica strana perché mancheranno l'osannato Star Wars: Il risveglio della forza e Mad Max: Fury Road. Il motivo? Semplicemente non li ho visti al cinema, vuoi perché non mi interessava (il primo), vuoi perché lo 'mancai' al cinema. In compenso ci saranno dei film che ho amato molto e un paio che non mi ha particolarmente colpito, ma che in Italia non sono ancora usciti. Questo perché vivendo all'estero, i film escono a volte prima al cinema. Anche se lo scotto da pagare è perdere Checco Zalone a inizio 2016. Li mortacci della distribuzione!
Quindi, bando alle ciance e invece di una top ten, metterò i film che ho visto partendo in ordine cronologico, cioè da gennaio a dicembre, con qualche 'mind the gap' che manderebbe in crisi di astinenza ogni amante del cinema.

Gennaio:

Birdman, di Alejandro Inarritu
Ritorno in grande spolvero per Michael Keaton alle prese con un personaggio sull'orlo di una crisi di nervi, in un inferno teatrale fatto di divismo, ripicche e colpi di scena (e di pistola), dove ogni personaggio è in cerca più di un posto al sole che di un autore.

Wild di Jean Marc Vallè
Film che mi ha in parte diluso, vuoi perché l'ha scritto un 'certo' Nick Hornby, vuoi perché poteva essere una riflessione sul senso della vita e un recupero della propria esistenza a contatto con la natura, paradossalmente l'aspetto 'wild' della vera storia di Ceryl Stranyned è stata più coinvolgente nei flashback 'cittadini' che nel cuore della natura incontaminata, 

Wiplash di Damien Chazelle.
Not my tempo. However, this movie is fucking awesome!  Potente come una rullata di batteria, questo film ambientato nel mondo del jazz è uno spietato ritratto di un ragazzo che arriva a dare l'anima pur di centrare il proprio obiettivo. Anche perché non ci sono parole peggiori di 'ben fatto'. E' un film che dovrebbe vedere ogni ragazzino in cerca di gloria nei vari talent show.

Febbraio:

American Sniper di Clint Eastwood.
Il caro vecchio Clint ci ricorda che è un repubblicano di ferro e che tiene bandiera americana che batte nel suo cuore con questo film che non glorifica la figura del cecchino più letale in USA incarnata da Chris Kyle, ma che mostra un lato dell'America che pensa sia un dovere servire la propria patria, difendendola con le unghie e con i denti. Clint non è mai stato né guerrafondaio, ma nemmeno contro il sistema (basti ricordare il suo reazionario Dirty Harry in piena New Hollywood), anche se ci ricorda che la guerra flippa il cervello. Come? Guardando una TV spenta e 'sentendo' i rumori delle granate.

The Interview di Evan Goldberg, Seth Rogen
Come prendere per i fondelli la dittatura coreana e vivere felici e contenti. Così si potrebbe riassumere questa satira spassosa e scorreggiona interpretata dal duo Seth Rogen e James Franco, coppia di azione che deve uccidere niente poco di meno che il presidente della Corea del Nord Kim Jin Sung. Le gag grossolane non mancano, ma grattando la patina della volgarità e delle stupidità, si nasconde una arguta satira di come i mezzi di informazione manipolino il comune cittadino. E ricordate, save the puppy!

Marzo

A Most Violent Year di J.C. Chandor
Il 1981 è stato il più violento anno a New York, creando 'un inverno del loro sconcerto' tra i cittadini impauriti della grande mela. Nonostante ciò c'è chi prova a espandere i propri affari, in una escalation di violenza e declino della morale. Violence is in the air, ma se vi aspettate un lag' de sangue stile Die Hard vi sbagliate: Chandor è abile nel creare tensione, sfruttando anche la bravura di Oscar Isaac e Jessica Chastain.

Aprile

The Voices di Marjane Satrapi.
La regista di Persepolis cambia regristro e mostra agli americani come si fa un film americano diretto da una regista iraniana, mettendo in scena un film a metà tra la commedia surreale e il grand guignol,con un sorprendente Ryan Reynolds che sbrocca alla grande una volta che smette di prendere le sue medicine per la schizofrenia. The Voices è imperfetto nel coniugare i due generi, ma è pur sempre un film godibile con il gatto più figlio di buona donna che esiste sulla faccia della Terra.

Agosto

Trainwreck di Judd Apatow
Ripetete con me 'la monogamia non è realistica'. Questo è il mantra di Amy (una spassosissima Amy Schumer) che passa tra una relazione e l'altra fino a quando anche lei s'innamora. Deragliando come un treno e sbarellando alla grande. La forza di Trainwreck è nella scrittura e nella performance della Schumer, una one woman show dove ribalta i cliché del Don Giovanni con questa donna senza freni inibitori che riesce a urtare i sentimenti di un uomo grande e grosso come John Cena. La presenza scenica della Schumer rischia di fagocitare l'intero film, ma si ride alla grande e questo basta e avanza.

Operazione U.N.C.L.E. di Guy Ritchie
Guy Ritchie torna in pompa magna y dopo i fasti di Sherlock Holmes e riprende un telefim inglese famoso negli anni Sessanta per fare una sua personale visione di James Bond nella guerra fredda. Lo stile adrenalinico degli esordi dimenticatelo, Ritchie si concede uno stile dinamico grazie al sapriente uso del montaggio, puntando molto sulla stilosità della confezione, creando un film a metà tra la spy story e il buddy movie, con la coppia: Hammer/Cavill con una fascinosa Alicia Vikander, vera rivelazione dell'anno.

Mistress America di Noah Baumbach

Se vi sono piaciuti i quarantenni di Giovani si diventa, i ventenni di Frances Ha, allora dovete riempire il gap generazionale con i trentenni in crisi (e anche le matricole universitarie) in cerca di un posto nel mondo con Mistress America. Greta Gerwich ritorna nei panni di Brook, una trentenne che sa fare tutto ma alla fine niente, che affascina una quasi sorellastra che vorrebbe diventare scrittrice. New York, nevrosi e uno sguardo al cinema di Woody Allen coniugata con la cultura hipster e radical chic di oggi.


Settembre

Legend di Brian Helgeland
La storia dei gemelli Krays, gangster che dominavano gli affari nell'East London degli anni Sessanta. Raccontato dal punto di vista della moglie di Ronnie Kray, Frances, il film ha atmosfere da noir anni Trenta e una ottima ricostruzione d'epoca dei fatti, ma chi regge baracca e burattini è lo strepitoso Tom Hardy, nel doppio ruolo dei gemelli più temuti di Londra.

Ottobre

Mia madre di Nanni Moretti
Moretti torna con un film intimista e sentito, dove per la seconda volta è in disparte, facendo di Margherita Buy il suo alter ego alle prese con il difficile rapporto con una madre che sta per lasciare i propri figli, mentre si strugge per terminare un film politicamente impegnato con una star volubile. Non è assolutamente sotto tono né sommesso, ma un film delicato che si interroga sul rapporto con i propri genitori, la morte e l'appagamento personale.

Sicario di Dennis Villeneuve
Spietato e privo di ottimismo, seppur con qualche lentezza che rasenta la noia, Sicario riesce nella seconda parte a catturare con questa storia dove non ci sono né vincitori né vinti, dove ogni briciolo di morale va a farsi benedire pur di intaccare il marcio nascosto nel cartello della droga in Messico. Non ne esce bene nemmeno l'eroina femminile, roba che farebbe arrabbiare Kathryn Bigelow, regina dei personaggi femminili con le palle.

Novembre

Irrational Man di Woody Allen
Woody ritorna in America, ma questa volta sceglie una cittadina del Sud con un professore di filosofia stanco della vita, ma che trova nuova linfa vitale in un piano machiavellico in nome di una fittizia gustizia morale. Woody riprende il tema del delitto e castigo e questa volta lo attua fino in fondo senza fare sconti a nessuno.

Taxi Teheran di Jafar Panahi
Film picaresco e 'sovversivo' per la realizzazione con mezzi di fortuna, Taxi Teheran è una dichiarazione d'amore di un uomo che ama il cinema e il suo mestiere, in un paese, l'Iran in cui la libertà di espressione viene calpestata senza remore. Nel taxi di Panahi si ha l'occasione per offrire una riflessione sulla settima arte, ma anche le difficoltà di chi lotta contro le ingiustizie. Ingiustizie che subisce tutt'ora Panahi 

The Martian di Ridley Scott
Il buon Scott torna con l'avventura sci-fi per un bel giocattolone che intrattiene alla grande (grazie anche a una bella colonna sonora disco anni Settanta). dove lascia il botanico Matt Damon a cavarsela da solo nell'ostile Marte. Il finale poteva anche essere un pelo accorciato, ma che spettacolo per gli occhi, per una volta W il 3D!

Steve Jobs di Danny Boyle
Se avete il culto di Steve Jobs non è il film che fa per voi, perchè in questo biopic è parecchio stronzo. Con uno stile a 'scomparti' la vita di Jobs viene rappresentata nel suo lato (poco) umano. Il film non rapisce il cuore, ma che interpretazione da urlo quella di Fassbender e Winslet!

Spectre di Sam Mendes
Nel precedente Skyfall, Sam Mendes aveva messo a nudo James Bond, mostrandocelo fragile nel tentativo di combattere i demoni del passato. Una volta guarito, Bond ritorna a essere quell'irresistibile figlio di buona donna, diventando un agento imbattibile se non indistruttibile. E' un 100% Bond: godibile, adrenalinico, con il cattivo più cattivo che non si può e un lato romantico che non ti aspetteresti.

Dicembre
The Peanuts Movie di Steve Martino
E' impossibile non aver 'incontrato' Snoopy e Charlie Brown nel corso della propria esistenza. The Peanuts Movie al grido di good grief, è un film che scalda il cuore, dove essere fuori dal coro non significa essere perdenti.

Carol di Todd Haynes
Todd Haynes è ufficialmente l'erede di Douglas Sirk. Caroll è un raffinato melò con una strepitosa Cate Blanchett, donna 'fuori dagli schemi' per la bacchettona America degli anni Cinquanta che tradisce la cosa più cara che ha pur di vivere la sua vita libera dalle menzogne. Rooney Mara è una sommessa Therese capace comunque di sfoderare gli artigli per dar spazio alle sue ambizioni e crescere. Haynes riesce ancora una volta a creare personaggi femminili superbi e fuori dalle convenzioni, intrappolandole in una confezione di lusso con ambientazioni ricercate e raffinate.

The Lobster
Film ambientato in un futuro distopico, The Lobster è un film che nonostante ci offra
e un Colin Farrell volutamente monocorde e apatico, è impossibile non reprimere le emozioni per le disavventure di un uomo che vuole essere solo in una società che vieta la solitudine. Parla di amore, ma è un amore cinico, di convenienza e a volte sembra non molto lontano dalle relazioni patinate di oggi.

Bridge of Spies di Steven Spielberg.
Zio Steven quanto si diverte a fare il professore di storia, peccato che , diluda anche questa volta, facendo bene i compiti con il buon cittadino incarnato dall'every man Tom Hanks che ha a che fare con i cattivoni della guerra fredda. Oltre alle inesattezze storiche, affoga il tutto in un mare di retorica, che neanche quel repubblicano di ferro come Clint Eastwood riesce a fare. Ineccepibile dal punto di vista registico, ma dov'è finita la verve dissacrante e sognatrice di un tempo?

E questa è la classifica personale di Director's cult. Buon anno a tutti, che il 2016 ci riserva altri meravigliosi film!








domenica 20 dicembre 2015

COMING SOON: Carol


Natale è alle porte e Carol (Cate Blanchett), una raffinata donna borghese, è alle prese con il regalo di natale per la sua bambina. 
In un centro commerciale incontra Therèse (Rooney Mara), una commessa timida che rimane affascinata dall'eleganza di questa signora algida ed elegante. Cominceranno a conoscersi e l'amicizia si trasformerà in qualcosa di più profondo. 
Ma nell'America puritana degli anni Cinquanta, un'amicizia così ambigua viene mal vista, e Carol rischia di perdere ciò che ha di più caro.
Todd Haynes torna con un raffinato melò che sprizza l'occhio a Douglas Sirk, mescolandolo con il suo stile creando una delicata storia tutta femminile. Cate Blanchett e Rooney Mara si contendono la scena, mostrando ancora la volta di essere grandi attrici, esaltate dalla direzione sicura di Haynes, a suo agio nel dirigere un cast prettamente femminile, capace di creare due perfetti ritratti di donna.
Carol uscirà nelle sale italiane il 5 gennaio 2016.

venerdì 11 dicembre 2015

NEWS: Golden Globes 2016




Oggi sono state annunciate le nomitation per i Golden Globes 2016, che vede protagonista Carol di Todd Haines,  The Revenants di Alejandro Gonzales Inarritu e un outsider a sorpresa, George Miller e il suo Mad Max: Fury Road e Room di Lenny Abramson (Frank) e un film stile Tutti gli uomini del presidente con Spotlight. I grandi esclusi sono Quentin Tarantino, che si deve 'accontentare' della nomination per la miglior sceneggiatura, la nomination per la miglior attrice non protagonista (Jennifer Jason Leigh) e la miglior colonna sonora ad Ennio Morricone (che sia la volta buona?) e Paolo Sorrentino, che non ha ricevuto la nomination per il miglior film straniero con il suo Youth - La giovinezza, che però ha fatto conquistare la nomination per la miglior attrice non protagonista a Jane Fonda e per la miglior canzone. Cate Blanchett rischia di agguantare la statuetta per la sua strepitosa performance in Carol, e dovrà contendersi il Globe con Rooney Mara, sua controparte in Carol, Alicia Vikander che fa doppietta (The Danish GirlEx- Machina come migliore non protagonista), Brie Larson (Room) e Saorsie Ronan (Brooklyn).
Sempre nella categoria Drama, Leonardo Di Caprio è in pole position con The Ravenants, ma dovrà vedersela con Bryan Cranston (Trumbo), Michael Fassbender (Jobs) e a sorpresa un redivivo Will Smith (Concussion). 
Nella categoria Comedy a parte un paio di titoli, non ci sono film che faranno impazzire l'Academy per le prossime nomination agli Oscar. La parte del leone la fa  The Martian (miglior regia a Ridley Scott, Matt Damon miglior attore e miglior commedia) The Big Short (miglior attore Christian Bale e Steve Carell e miglior film e miglior sceneggiatura originale), che hanno entrambi buone probabilità di vincere contro film (apparentemente) deboli come Spy, che può giusto vantare la performance di Melissa Mc Carthy nominata come miglior attrice, Trainwreck (che ha il suo punto di forza in Amy Schumer candidata come miglior attrice) e forse la può spuntare a sorpresa Joy con  la 'solita' Jennifer Lawrence, mentre The Lady in the Van si consola con la nomination a Maggie Smith. 
Idris Elba ha buone chance di vincere come miglior attore non protagonista per Beast of no Nation, ma Mark Rylance (Bridge of Spies) e a sorpresa Silverster Stallone (Creed) potrebbero soffiargli la statuetta.
Strano ma vero, ma Meryl Streep non è stata nominata per Ricky and the Flesh, né per Suffraggette, film che aveva la forza nelle prove di attrici del calibro di Streep, Carey Mulligan e Helena Bonham Carter.
Inside Out forse è il favorito, ma a sorpresa c'è Anomalisa di Charlie Kaufman, e l'adorabile The Peanuts Movie che dovranno combattere contro l'esilarante banda di Shawn the Sheep - The Movie.
La serata verrà presentata da Ricky Gervais e si terrà a Los Angeles il 10 gennaio.


venerdì 4 dicembre 2015

FILMOGRAFIA: Abigail Breslin




NOME:
Abigail Breslin
DATA DI NASCITA: 14/04/1996
LUOGO DI NASCITA: New York, New York, Stati Uniti
PROFESSIONE: Attrice





ATTRICE:
(2015) Contagious - Epidemia mortale - Maggie Vogel
(2013) I segreti di Osage County - Jean Fordham
(2013) Ender's Game - Valentine Wiggin
(2013) The Call - Casey Welson
(2012) Zambezia - Zoe (voce)
(2012) The Class Project - Sandra
(2011) Capodanno a New York - Hailey
(2011) Rango - (voce)
(2009) Benvenuti a Zombieland - Little Rock
(2009) La custode di mia sorella - Andromeda 'Anna' Fitzgerald
(2008) Kit Kittredge: An American Girl - Kit Kittredge
(2008) Certamente, forse - Maya Hayes
(2008) Alla ricerca dell'isola di Nim (US) -
(2007) Adam Brooks - Maya Hayes
(2007) Sapori e dissapori - Zoe
(2006) Santa Clause é nei guai - Trish
(2006) The Ultimate Gift - Emily
(2006) Grey's Anatomy (Episodio TV: Sometimes a Fantasy) - Megan Clover
(2006) Imaginary Friend - Hally
(2006) Little Miss Sunshine - Olive
(2006) Ghost Whisperer (Episodio TV: Melinda's First Ghost)- Sarah Applewhite
(2005) The Family Plan (Film TV) - Nicole Dobson
(2004) Chestnut - Un eroe a quattro zampe - Ray
(2004) Navy NCIS: Naval Criminal Investigative Service (Episodio TV: See No Evil)- Sandy Watson
(2004) Law & Order: Special Victims Unit (Episodio TV: Birthright) - Patty Branson
(2004) Keane - Kira Bedik
(2004) Principe azzurro cercasi - Carolina
(2004) Quando meno te lo aspetti - Sarah Davis
(2002) Hack (Episodio TV: Domestic Disturbance)- Kayla Adams
(2002) Le cose che amo di te (Episodio TV: The Teddy Bear) - Josie
(2002) Signs - Bo Hess

martedì 1 dicembre 2015

VIDEOCLIP REVIEW - WORLD AIDS DAY: Street of Philadelphia




Titolo: Street of Philadelphia
USA, 1993
Cantante: Bruce Springsteen.
Regia: Jonathan Demme, Ted Demme.
Durata: 2'57''

Philadelphia è una metropoli affascinante, con i ragazzi che giocano a basket, con il vociare allegro dei bambini che giocano a Ritthenhouse Park, con i suoi grattacieli e con la statua di Benjamin Franklin che caratterizza la città. Philadelphia è anche una città grande, dove ci si sente isolati e soli.

I walked the avenue, 'til my legs felt like stone, 
I heard the voices of friends, vanished and gone, 
At night I could hear the blood in my veins, 
It was just as black and whispering as the rain, 
On the streets of Philadelphia.

La solitudine ti assale e l'unica cosa che puoi fare per combattere la solitudine è camminare per le strade di Philadelphia, fino a quando i muscoli delle gambe non diventano dure come la pietra.
Gli amici sono andati via, ma puoi ancora sentire l'eco delle loro voci, tra la pioggia battente che colpisce le strade di Philadelphia

Night has fallen, I'm lyin' awake, 
I can feel myself fading away, 
So receive me brother with your faithless kiss, 
Or will we leave each other alone like this
On the streets of Philadelphia.

La notte ti ruba il sonno, le forze ti stanno abbandonando, sono pronto per incontrare te fratello mio, dammi il tuo bacio senza fede, o rimarremo da soli nella solitudine delle strade di Philadelphia.

Street of Philadelphia è la canzone premio Oscar di Bruce Springsteen, scritta per il film Philadelphia di Jonatham Demme, dramma sull'AIDS con un grande Tom Hanks che vinse l'Oscar e diede una svolta alla sua carriera abbandonando i ruoli demenziali e le commedie degli anni Ottanta.
Diretto da Demme con la collaborazione del nipote Ted (che fu a sua volta un regista, tra i suoi film Blow con Johnny Depp), I Demme accarezzano lievemente con la macchina da presa la città di Philadelphia, accompagnando Bruce Springsteen nella sua solitaria camminata per le vie della città. 
Benché non sia più l'epidemia del decennio, 'la malattia dei gay' così definita ingiustamente negli anni Ottanta, e la medicina stia facendo passi da giganti, l'AIDS è una malattia che ancora non ha una cura e l'unico modo è proteggersi durante i rapporti sessuali con il profilattico, e soprattutto informarsi. E non dimenticarsi che è una malattia ancora presente, che può colpire chiunque, indistintamente, che non guarda in faccia la classe sociale, l'età, l'etnia e il gender. Ancora oggi c'è tanta ignoranza e paura, ma dimentichiamo che chi ha contratto la malattia è una persona in preda alla paura, alla solitudine, stato d'animo perfettamente descritto da questa bellissima ballata struggente.
Oggi 1°dicembre è la giornata internazionale della lotta contro l'AIDS. Take and action, no discrimination.






lunedì 30 novembre 2015

MARIO MONICELLI DAY: La ragazza con la pistola

Il 29 novembre del 2010 veniva a mancare l'ultimo pilastro della commedia all'italiana, Mario Monicelli. Nel 2015 avrebbe compiuto 100 anni e non è ancora troppo tardi per fargli gli auguri. 
Per l'occasione l'armata bloggers celebra il grande regista e Director's cult ha scelto il suo film preferito, La ragazza con la pistola. 



Il tono della recensione sarà un po' farsesca e semi seria, perché La ragazza con la pistola è un film talmente divertente che non si prende sul serio, indi per cui neanche la Director's lo farà. Ciò non significa che vuole fare una recensione presa per i fondelli, né di mancare di rispetto all'immenso Monicelli. Anche perché troveterete l'analisi seria alla fine.




Titolo: La ragazza con la pistola
Italia, 1968
Cast: Monica Vitti, Carlo Giufrè, Stanley Baker.
Sceneggiatura: Rodolfo Sonego, Luigi Magni.
Regia: Mario Monicelli.
Durata: 97'



Viaggio on the road di Assunta Patané, la svergognata del paese che deve riconquistare l'onore perduto e togliersi l'onta di 'bottana e fetusa'. Quel che ne seguirà è il diario di bordo della giovane disonorata.
Dalla Sicilia con ardore: Complice un'uscita 'proibita' alla farmacia, viene rapita per sbaglio da un gruppo di scimuniti mandati da Vincenzo Macaluso (Carlo Giufré), che prendono per sbaglio lei invece della cugina chiatta di (lei al palo telefonico si attaccò). 
Vi(n)cenzo Macaluso, ormai disonorata è, e a LEI la devi sposare. Se vuoi campare. Assunta tanto brutta non è e per la disgrazia ti poteva anche capitare di peggio.
Però prima la devi sposare e poi avviene il fatto. Perché lei è fredda come il marmo, donna onesta è. Assunta però nel letto finisce e Vi(n)cenzo l'arrovina! La passione di Assunta però è così forte che i suoi baci sono troppo focosi per essere una donna onesta e se ora insieme devono stare, devono rimanere insieme fino alla tomba. E così sedotta e abbandonata fu. 
Macaluso Vincenzo se n'è andato, lasciandoti sola, disgraziata, inguaiata e disonorata. Il fidanzato di Assunta è sempre stato contrario a quelle uscite in farmacia e ora deve riscattare la purezza perduta e il disgraziato va' accoppato. La famiglia di Assunta tutte fimmine sono, e quindi spetta a lei lavare l'onta, al punto da partire per il Regno Unito e scovare il traditore.
Il kit per ritrovare il disgraziato: 1) la pistola da nascondere nella borsetta 2) cinquemila lire da nascondere nel reggipetto 3) l'indirizzo del traditore 4) la foto del traditore  5) la foto della Madonna, che sempre ti protegga 5) biglietto di sola andata. Tanto una volta accoppato vai in questura e ti rimandano a casa a gratis. 
Edimhurgo: Assunta come un segugio riesce a trovare Vi(n)cenzo in un ristorante italiano dove lavora come chef. Appena lo scopre il traditore fugge, e lei si ritrova a fare la cammarera presso una famiglia scozzese. Inaspettatamente, come un fulmine che colpisce il cielo in maniera subitanea, riceve una sua telefonata. E'il traditore. Le spiega che il suo comportamento non fu di donna onesta e per questo l'abbandonò. Disse lui. Ma grandissimo amore per lui la rese disonesta! Chiarì lei. Sei suo per tutta la vita. O sua, o di nessun altra. Chiaro? Puntualizzò  lei. Non ti sposo. Ribadì lui. In caso non fossi d'accordo, ti mette una pallottola in mezzo agli occhi che ti esce da qua dietro (la testa ndr.). Rimarca lei. Tanto non mi trovi. Dice lui. Tanto tutte le domeniche libere ha, e ogni domenica, suonerà la campana a mo(r)to. Promette lei.
Sheffield: Assunta trova un ragazzo che l'aiuta nella sua missione. La porta in un locale e lì trova Vi(n)cenzo, che zompetta allegro tra le note pensando di averla fatta franca. Trova una ragazza che le da delle informazioni, ma lei, per averlo fatto dormire sul suo sofà e non volendo riparare l'offesa del traditore, la ringrazia dandole della puttana. La ragazza mala dice che Vi(n)cenzo va spesso una caffetteria, ma ora è chiusa, così il nuovo amico inglese la ospita in casa sua. Mentre guarda la TV, Assunta fa un'arguta osservazione: ma come, tu uomo, io donna, soli in casa e tu look TV? Lui le zompa addosso e lei a botte lo prende. Perchè l'uomo ha da provare, ma la donna difendersi deve. Non avendo trovato il traditore, Assunta deve seguire il fan del rugby durante una trasferta e lì trova Vi(n)cenzo suo nelle vesti di un portantino che soccorre un giocatore. Riprende l'inseguimento.
Bath: Grazie a un passaggio su un camioncino per gelati sgarrupato, Assunta arriva a destinazione presso l'ospedale di Bath, dove il traditore lavora. Riesce a eludere la sicurezza, ma ancora una volta il traditore si volatilizzò. Un giorno le dicono che Vi(n)cenzo di cause naturali morì e lei si dispera, perché lei doveva farlo morire di cause naturali, con le mani sue. Ora fetusa e bottana rimane. Così, decide di sposarsi con un ragazzo a cui aveva donato il sangue in ospedale. Matrimonio regolare ti fa. Ma lui tanto regolare non è, così il matrimonio salta, e lei è destinata a tornare in Sicilia, a vivere sepolta in casa.
In soccorso arriva però il dottor Osborne (Stanley Baker), che la prende sotto la sua ala e la iscrive a un corso per diventare infermiera. Un giorno, rivede il traditore mo(r)to, ma che mo(r)to non era.
Suona la campana a mo(r)to: Macaluso Vi(n)cenzoooo, prega a Maria che la tua ultima ora è arrivata!
Pim!Pum!Pam! E mancò la mira. 
La sentenza è ineluttabile. Patria mia! Perdono! Mancai la mira! Figghia svìturata, tornatene indietro! Mettiti una pietra al collo e buttati ammàari! Bottana e fetusa seiiii!!!
Londra: E invece di buttarsi ammàri, a Londra volò, aiutata dal dottor Osborn. E lì invece trovò una carriera di modella, cantando in un locale la hit Lu cardillu: Ma lu cardillu la cerca ogni sìra fici cantari na canzunedda... Cippi Cippi Cippi Cì, quando tu canti io sacciu picchì.. I Beatles all'epoca si mangiarono le mani per aver perso u successo del genere.
E in quel di Londra questa volta, il traditore è venuto a cercarla. Eora lui segue lei.
Brighton: In viaggio verso l'isola di Jersey, Assunta non può partire e deve rimanere una notte a Brighton. E sempre in farmacia, avviene il fatto: Vi(n)cenzo incontra 'casualmente' Assunta e questa volta vuole riparare all'onta. Anche perché lui detiene il copyright per quella notte. Ma lei cambiò, e molto profondamente. Però sempre fredda come il marmo è. Però questa volta sincero è. Allora prima il fatto e poi matrimonio.
La promessa: ritorneremo in Sicilia. Dice lui. Dove vuoi tu. Dice lei. Devi dimenticare il tuo passato. Dice lui. Non me lo ricordo più. Dice lei. Devi rinunciare alla tua libertà. Dice lui. Che me ne faccio della libertà, ncatenata a te voglio stare. Dice lei. 
Isola di Jersey: Tu disonori me, e io disonoro te. In viaggio verso l'Isola di Jersey, Assunta Patané se ne andò lasciando Macaluso Vi(n)cenzo sedotto e abbandonato. 
Perché bottana era, e bottana era rimasta.
Mario Monicelli era un maestro nello sbeffeggiare gli usi e costumi del popolo italico, sferrando colpi di sagace ironia e critica feroce della società italiana. Con La ragazza pistola il regista toscano prende di mira gli stereotipi della società siciliana, dissacrando (e massacrando) la classica fuitina sicula, ovvero la fuga d'amore di due fidanzati che vogliono rendere noto alle rispettive famiglie (e al paese intero) che hanno consumato, e l'unico modo per salvare la purezza di lei è il matrimonio riparatore. Monicelli però si diverte (e ci diverte) mettendo in scena una 'fuitina sbagliata', costringendo la protagonista femminile a diventare un prototipo di femminista ante-litteram, inconsciamente consapevole della propria femminilità e sessualità. Anche perché lei, in un paesino piccolo della Sicilia, chi la insegnò a baciare così?  
In anticipo nei tempi - siccome nel 1968 in Italia i reggiseni non venivano ancora bruciati al grido id 'l'utero è mio e me lo gestisco io - Monicelli decide di far intraprendere alla sua eroina svergognata un viaggio on the road spassoso verso l'Inghilterra (prendendo di mira a sua volta lo stereotipo dell'italiano visto all'estero con una serie di cliché), ma che è anche un viaggio verso l'emancipazione femminile.
Perché  La ragazza con la pistola è un film terribilmente femminile. Monicelli tifa fin dal principio per Assunta, ridicolizzando e demolendo la figura maschile focosa, affascinante e virile incarnata da Vincenzo, che non ne esce tanto bene. Perchè se Assunta si evolve sia esteriormente - una volta che si toglie il peso della missione toglie anche quel vestito nero e quella treccia ingombrante a favore di vestitini corti e una capigliatura rossa - che interiormente, prendendo consapevolezza di essere una donna forte, capace di cavarsela da sola in un paese straniero con una cultura così diversa dalla sua; Vincenzo rimane sempre lo stesso uomo retrogrado, conquistando le donne con il suo fascino italiano e conquistando gli inglesi con lo stile made in Italy.
E così Vincenzo Macaluso da seduttore finisce per essere sedotto e abbandonato a sua volta. Cambiano i tempi e cambia anche Assunta. Puttana o meno, Assunta Patané si riprende il proprio onore e la propria dignità di donna, diventando libera, indipendente e fiera di esserlo.

Voto: 9

Hanno partecipato al Mario Monicelli Day:

sabato 28 novembre 2015

FILMOGRAFIA: Carey Mulligan




NOME:
Carey Mulligan
DATA DI NASCITA: 28/05/1985
LUOGO DI NASCITA: Greater London, Inghilterra, Regno Unito





(2015) Via dalla pazza folla - Bathsheba Everdene
(2015) Suffragette - Maud
(2014) Skylight - National Theatre Live - Kyra Hollis
(2013) A proposito di Davis -
(2013) Il grande Gatsby - Daisy Buchanan
(2011) Shame - Sissy
(2011) Drive - Irene
(2012) On Chesil Beach - Florence Ponting
(2010) Non lasciarmi - Kathy
(2010) Wall Street: Il denaro non dorme mai - Winnie Gekko
(2009) Brothers - Cassie Willis
(2009) Nemico pubblico - Carol Slayman
(2009) An Education - Jenny
(2009) Gli ostacoli del cuore - Rose
(2007) My Boy Jack - Elsie Kipling
(2007) And When Did You Last See Your Father? - Rachel
(2007) Doctor Who (Episodio Tv: Blink) - Sally Sparrow
(2007) L'abbazia di Northanger (Film Tv) - Isabella Thorpe
(2007) Waking the Dead (Episodi Tv: Wren Boys: Part 1, Wren Boys: Part 2) - Sorella Bridgid
(2006) The Amazing Mrs Pritchard (Serie Tv) - Emily Pritchard
(2006) Trial & Retribution (Episodio Tv: Sins of the Father: Part 1) - Emily Harrogate
(2005) Agatha Christie Marple: The Sittaford Mystery (Film Tv) - Violet Willett
(2005) Bleak House (Serie Tv) - Ada Clare/Ada Carstone
(2005) Orgoglio e pregiudizio - Kitty Bennet

venerdì 27 novembre 2015

MONOGRAFIA: Oona Chaplin





Quando il cinema lo vivi, lo respiri a pieni polmoni tutti i giorni, è impossibile non rimanerne affascinati e decidere di intraprendere la via della recitazione. Anche se il cognome che porti pesa come un macigno. 
E' quello che accade a Oona Castilla Chaplin, attrice spagnola nipote della leggenda Charlot e figlia di Geraldine Chaplin. Oona Castilla Chaplin nasce a Madrid il 4 giugno del 1986. Essendo spagnola, si portano i cognomi paterni e materni, quindi non la si può accusare di una scelta di marketing per entrare nel mondo dello showbusiness dalla porta principale. Anche perché il primo amore era il flamenco, la passione per la recitazione avviene durante un corso di teatro al liceo, decidendo in seguito di diventare un'attrice. Mette un piede nel mondo del cinema interpretando piccole  parti, esordiendo in Inconceviable (2008) e poi un altro piccolo ruolo come receptionist in 007:Quantum of Solace (2008), l'avventura meno fortunata del James Bond incarnato da Daniel Craig. Il primo ruolo importante lo ricopre in un film italo-spagnolo-irlandese, Imago Mortis di Stefano Bassoni, sulla immaginaria tecnica della tanatografia, ispirata ai reali esperimenti di Athanasius Kercher.
Successivamente entra nel cast di The Devil's Double del redivivo Lee Tamahori (2011), e debutta come protagonista in un film inglese con The Powder Room (2014).
La popolarità arriva con il piccolo schermo, interpretando il ruolo di Talisa Maegyr nella seconda e terza stagione de Il trono di spade, perdendo la vita nella terza stagione durante le nozze rosse. In Inghilterra trova le parti più interessanti, soprattutto nella televisione: oltre a Il trono di spade, ha recitato nel ruolo della fidanzata di Watson in Sherlock e nel dramma The Hours, nel ruolo di Marnie Madden.
L'ultima apparizione è a fianco di Scott Eastwood e Alan Alda in The Longest Ride, e prossimamente reciterà in Taboo, serie targata BBC

mercoledì 25 novembre 2015

MUSIC VIDEO REVIEW - Stop Violence Against Women Day: Sick and Tired




Titolo: Sick and Tired
USA 2004
Cantante: Anastacia
Regia: Philip Stoltz
Durata: 3'54''


Holly (Anastacia) ha una relazione 'tossica' con il suo fidanzato - che la picchia ripetutamente.
Incompresioni, litigi, gelosie, per poi giungere a urla e schiaffi. Holly è spaventata, ha paura, un anno prima la sua relazione non era così malata. Holly aveva conosciuto il suo fidanzato in metropolitana. Escono, cominciano a frequentarsi. Poi le incompresioni, le frequenti bevute di lui, e infine la violenza domestica. Holly però riesce a reagire e decide che questo incubo deve finire.
Sick and Tired di Anastacia è un video che mostra (seppur nei limiti di tempo di un videoclip) una relazione avvelenata dalla violenza domestica. 
Attraverso un work in progress che va dal provino, dalla scelta degli attori e ai set improvvisati - Sick and Tired mostra nell'arco di una canzone come una relazione tra un uomo e una donna possa nascere ed evolversi in un anno, ma poi sfociare in qualcosa di malsano. 
Colpisce la scelta dell'attore che a prima vista è il tipico bravo ragazzo che presenteresti senza problemi ai tuoi genitori. Perché ciò che fa più paura nella realtà è che la mano che ha colpito un volto femminile lasciandole lividi in superficie e ferite più profonde nell'anima, potrebbe essere il 'ragazzo della porta accanto'- l'insospettabile vicino che ti sorride ogni mattina, ma che ogni sera torna a casa gettando le proprie frustrazioni sulla propria compagna.
Sick and Tired mostra un epilogo positivo, con Holly/Anastacia che ha la forza di troncare questo circolo vizioso e riprendere la propria vita.
Sick and Tired essendo un videoclip musicale che serve principalmente per lanciare una canzone, offre comunque un piccolo messaggio di speranza per le donne che sono intrappolate in una relazione affettiva malata.
Il 25 novembre è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Il video di Sick and Tired è perfetto per rappresentare il nucleo di una relazione malata, dove un uomo apparentemente normale e gentile può far precipitare una donna in un inferno fatto di violenza e paura. 
Il messaggio che vuole dare questo video, e Anastacia stessa con questa canzone dolente è che si deve reagire, bisogna dire basta ai soprusi e alle violenze. Certo, nella finzione tutto è facile ed edulcorato, ma perché non può accadere anche nella vita reale? Spetta a noi donne non farci sopraffare, spetta a noi donne avere la forza di reagire e di denunciare un abuso. Ma allo stesso tempo, per far sì che si abbia un reale cambiamento, ci vuole la tutela e la giustizia, che in sinergia hanno il dovere di proteggere, tutelare e aiutare le donne che sono vittime di violenza. 
Perché siamo stanche. Perché le donne non sono cittadine di serie B.

martedì 24 novembre 2015

PIER PAOLO PASOLINI DAY: Mamma Roma



Oggi la banda dei cinebloggers dedica il day a Pier Paolo Pasolini, scomparso nel novembre del 1975.
Checché se ne dica, dopo 40 anni, tra santificazioni e polemiche, tra fan e detrattori, è innegabile che il suo cinema così perfetto nelle sue imperfezioni sia ancora vivo se non attuale, capace di offrire una finestra sull'Italia di un tempo che fu, ma profondamente legato all'Italia di oggi.
Noi cinebloggers oggi non faremo una 'operazione San Pasolini', ma semplicemente andremo a 'trovare' il regista guardando e recensendo i suoi film. Per l'occasione la Director's cult ne approfitta per vedere e recensire Mamma Roma, con una stupenda Anna Magnani.







Titolo: Mamma Roma
Italia, 1962
Cast: Anna Magnani, Ettore Garofalo, Sergio Citti.
Sceneggiatura: Pier Paolo Pasolini.
Regia: Pier Paolo Pasolini.
Durata: 106'



Gli anni del boom economico in Italia sembravano il presagio di un grande cambiamento: ormai il ricordo della guerra era lontano, e si guardava a un futuro pieno di ricchezza edi prosperità.
Erano cambiamenti non solo economici, ma anche sociali: la vita contadina veniva lentamente soppiantata dalla vita cittadina, preferendo successivamente la fabbrica alla terra. Cambiamenti che avevano portato anche a un miracolo nel cinema italiano, con capolavori come La dolce vita - il simbolo della vita agiata di una classe borghese che stava entrando prepotentemente in scena - cambiando radicalmente anche il cinema tricolore.
E se registi di estrazione borghese come Dino Risi avevano la lungimiranza di aver capito che si 'stava meglio quando si stava peggio', e altri come Michelangelo Antonioni mostravano la fragilità e l'alienazione di una classe sociale in ascesa dal punto di vista economico, ma in declino dal punto di vista umano; c'era ancora chi voleva dare uno sguardo a quei luoghi ancora intonsi, ancora non toccati da così tanto benessere. 
Quel regista era Pier Paolo Pasolini, che fece dei 'vinti' i suoi protagonisti assoluti dei suoi primi film dal sapore così neorealista da sembrare apparentemente fuori luogo, con uno stile apparentemente povero dal punto di vista tecnico, dotato di una semplice nella struttura visiva e allo stesso tempo così 'arioso' nelle sue ambientazioni all'aperto. Pasolini entrò nel cinema con un linguaggio visivo così lontano dallo stile dei registi che conquistarono il pubblico con la commedia all'italiana, dove si analizzavano e soprattutto si sbeffeggiavano (Mario Monicelli in prima fila) gli usi e costumi dell'Italia che fu.
Mamma Roma è figlio di questa anomalia borghese, che trova il suo hummus nel sottoproletariato, dove la prostituta Mamma Roma (Anna Magnani)  cerca di fuggire disperatamente da una vita fatta di stenti e sofferenze per trovare la libertà e una vita migliore per sé e per suo figlio Ettore.
Mamma Roma appare fin da subito sguaiata, sboccata, volgare, così lontano dalle finezze e dall'eleganza di una donna dei 'salotti buoni', ma allo stesso tempo così viva, solare e soprattutto capace di sacrificare sé stessa per il suo unico figlio - divenendo lo spartiacque tra la vecchia Italia dopo guerra e la nuova Italia votata alla crescita del benessere.
Ettore però sembra portare in sé il germe malato di una Italia nata 'storta', stortura che oggi si è rivelata ancora più crudele, tale da far risuonare come false quelle promesse dove tutto sarebbe stato facile nella vita e tutto sarebbe stato bello negli anni a venire per le nuove generazioni. 
Mamma Roma dice a suo figlio - e a noi - che ancora tutta la cattiveria del mondo non l'abbiamo conosciuta. Ettore è incurante di queste parole così profetiche, e continua la sua esistenza cieca, apatica. Non ama lavorare la terra, non ama lavorare per niente. A malapena sa leggere e scrivere e non frequenta certo personaggi da salotti altolocati, in una Roma che sta cambiando pelle come un serpente, dove le lande ancora rigogliose sono contaminate dai blocchi di cemento delle case, sintomo di una urbanizzazione che porterà a cambiare radicalmente il paesaggio capitolino.
Mamma Roma non ha studiato, ma ha imparato che la vita è 'brutta e cattiva', impregnata del tessuto delle borgate e del sottoproletariato, fatta solo di sacrifici e schiaffi in faccia. E il miracolo italiano doveva servire a quello, a stravolgere in meglio le vite di queste anime 'burine', fuggendo dalla bruttura per conformarsi con la 'bellezza' del ceto borghese, per poter fare finalmente una vita da 'cristiani'.
Il passato però torna prepotentemente nella vita di Mamma Roma, ed ecco che si ritrova a fare 'la vita', in un nucleo disagiato, ma allo stesso tempo pieno vitale, così libero nella sua disperazione e dissolutezza, totalmente opposto alla placidità e alla compostezza che incontra in chiesa, guardando da lontano l'eleganza così formale e fredda della gente 'bene'. 
Mamma Roma non demorde, riesce ad avere la sua attività. ma allo stesso tempo riesce a fare poco o niente per suo figlio, così svogliato e fannullone che cerca la via del guadagno facile piuttosto che a rimboccarsi le maniche, decidendo di vendere quel disco con la quale danzava goffamente con sua madre per una ragazza ingenua e (apparentente) innocente come Bruna.
Mamma Roma cerca l'aiuto e la misericordia del prete, che non può fare nulla per suo figlio, in tempi in cui la misericordia di Dio è vana, in tempi i cui i cambiamenti ci sono, e se non ti adegui finisci per essere schiacciato come un verme da una capitale ricca di opportunità, ma capace anche di essere così spietata.
Mamma Roma ed Ettore sono due facce speculari dell'Italia: lei è l'Italia di un tempo, dove si viveva a fatica quasi la fame, ma almeno si viveva onestamente. Ettore invece rappresenta il passaggio tra il vecchio e il nuovo, con il  cambiamento di un paese che pur di stare bene accetta anche compromessi poco edificanti pur di arrivare all'agognato riscatto sociale. 
Gli sforzi di Mamma Roma non vengono ripagati da Ettore, che mostra la sua indifferenza e scarso affetto per sua madre, così estraneo nel mondo in cui la madre l'ha catapultato quasi senza accorgersene, finendo per pagarne le conseguenze.
Sul niente non si può costruire niente e non c'è futuro. E Mamma Roma lo sa bene, spalancando la finestra per guardare una Roma che è cambiata, una Roma che ti può accogliere a braccia aperte, ma anche capace di prenderti a schiaffi, lasciandoci attoniti, come lo straordinario sguardo finale che ci offre una splendida e meravigliosa Anna Magnani, così bella con i suoi capelli per aria e le occhiaie, ma dotata di una bellezza pura e ineguagliabile.

Voto: 9,5

Hanno partecipato al Pier Paolo Pasolini Day

domenica 22 novembre 2015

IL CIRCOLO DI CUCITO: J-Law e il senso di colpa cinematografico



Jennifer Lawrence è sempre una garanzia quando si tratta di savoire faire: dalle rovinose cadute nei vari red carpet, al vestito side boobs sfoggiato alla prima londinese di Hunger Games - Mocking Jay: Part II (con tanto di bacio sulla bocca - involontario - a Natalie Dormer. In fondo voleva solo dirle ciao), fino alla sua ultima intervista, dove ammette di essersi presa una bella sbronza per affrontare la sua prima scena di sesso cinematografica per il film di fantascienza Passengers. Senso di pudore? No, per soffocare i suoi sensi di colpa per 'aver fatto all'amore' con Chris Pratt, uomo single dal punto di vista cinematografico, ma sposatissimo nella vita reale. E come non sentirsi in colpa per essersi spupazzato un uomo sposato,  o tu, donna  -cinematograficamente parlando - svergognata!
Ma la ragazza dai sani principi nella vita privata per togliersi ogni rimorso ha chiamato mammà, che, benedicendola con (probabili) ave Maria e un paio di cilici immaginari ha fatto sentire meglio la brava attrice dai sani valori americani.

mercoledì 11 novembre 2015

100% PURE GLAMOUR: Spectre - Aston Martin





Senza la mitica Aston Martin, James Bond perderebbe un pezzo della sua identità. Immortalata fin dal mitico Goldfinger, ovvero la Aston Martin DB5 guidata da un fascinoso Sean Connery, il primo e indimenticabile agente 007.
La Aston Martin DB5 era l'auto personale di Bond da Golden Eye a La morte può attendere tutti i film interpretati da Pierce Brosnan), per poi ritornare con Casino Royale, e soprattutto in gran spolvero per i 50 anni dell'agente segreto nato dalla penna di Ian Fleming in Skyfall come... Carattere, non solo come auto. In Casino Royale, Bond ne entra in possesso dopo averla vinta a carte battendo il cattivo di turno. In Skyfall (la semper fidelis Aston Martin DB5), è la macchina tenuta per 'le grandi occasioni', ovvero la fuga da Londra per salvare M dalla furia del suo ex agente in cerca di vendetta.
In Spectre, l'ultima fatica di Bond-Il mio nome è James Bond, il suddito di sua Maestà guida una Aston Martin DB10, e qui acquista uno step in più. Con buona pace di Daniel Craig, il regista Sam Mendes ha dichiarato che il nuovo modello di  Aston Martin è stato il primo membro del cast, ricevendo anche una parte molto cool: ovvero le maestrie che questa sventola riesce a fare su strada, diventando la vera protagonista degli innumerevoli inseguimenti sparsi nel film.
Il nuovo 'giocattolino' rombante di James Bond è disponibile solo in 10 esemplari (ad esclusiva di Bond) e il design è stato creato da Marek Reichman e dovrebbe rappresentare una nuova era per i prossimi film dell'uomo a servizio di sua Maestà, essendo l'intelaiatura fatta in fibra di carbonio.
La favolosa Aston Martin per l'occasione ha un lifting di lusso: è più bassa e se davanti non tradisce il tipico design della casa automobilistica inglese (anche se è più bassa e più larga).
La parte posteriore è più tarchiata e più piccola, ma l'eleganza rimane intatta grazie al nuovo design delle luci, e da un nuovo bagagliaio che si apre a conchiglia. La parte anteriore inoltre è enfatizzata dalle prese d'aria disegnate come se fossero delle ali, per dare l'idea di una prestazione più veloce e dinamica.
La nuova Aston Martin è prestante ed elegante. Come Bond - il suo nome è - James Bond.



martedì 10 novembre 2015

MOVIE ON THE ROAD: Il parco di Blow-Up



Un fotografo annoiato e stanco della frenetica vita della Swinging London (David Hemmings) girovaga in un parco per scattare delle foto per un progetto fotografico più ambizioso. 
La sua attenzione si sposta dal paesaggio a una donna affascinante e misteriosa (Vanessa Redgrave) che sta scambiando delle effusioni con il suo amante in clandestinità. 
Una volta tornato a casa, sviluppa le foto e scopre il cadavere dell'uomo che era in compagnia della misteriosa donna.
In poche righe questo è l'incipit di Blow-Up, il film londinese di Michelangelo Antonioni, girato per le vie di Londra. La scena dell'omicidio è girato a Maryon Park, uno degli innumerevoli parchi di Londra, che si trova a Est, situato nel distretto di Greenwich.
Il parco si trova a Woolwich Road, SE7 ed è il luogo dove Michelangelo Antonioni ha girato la scena cult del misterioso omicidio, e il finale, con i mimi che 'giocano' a tennis, campo tutt'ora in attività. Infatti il parco negli anni non ha avuto grandi cambiamenti, a parte l'introduzione di animali che fanno parte della Local Natural Reserve di Londra.
Maryon Park in origine faceva era una parte della proprietà di aristocratici proprietari terrieri, la famiglia Maryon Wilson,
In origine il parco aveva un'area (una parte è ancora oggi preservata nel parco) che si chiamava Hanging Wood (il bosco dell'impiccagione), dove i banditi si nascondevano per derubare i viandanti che passavano in quella zona. Il nome deriva dall'esecuzioni tramite impiccagione dei ladri catturati dalle autorità, che impiccavano i ladri in un albero del bosco divenuto scena del crimine.
Oggi una parte di Hanging Wood è presente a Maryon Park, dove rimane un alone di mistero. Il luogo perfetto per l'omicio (presunto?) orchestrato dal maestro Antonioni.

venerdì 6 novembre 2015

COMING SOON: Hunger Games: Il canto della rivolta - parte II




Katniss Everdeen torna con la sua ultima battaglia in Hunger Games: Il canto della rivolta - parte II.
Nel precendente capitolo, Katniss (Jennifer Lawrence) era diventata la Ghiandaia Imitatrice della rivolta contro il tirannico presidente Coriolanus Snow (Donald Sutherland) e ora si prepara per lo scontro finale sostenuta dai suoi amici e dal popolo di Capitol City, da anni oppressa dall'orribile dittatura.
Con la città in rivolta, il presidente Snow ha dalla sua parte solo i cittadini del distretto 2, e obiettivo degli insorti del distretto 13 - sostenuti dalla presidentessa Alma Coin (Julianne Moore) - è prenderne il controllo per indebolire ulteriormente il potere di Snow.
Su ordine di Coin, Katniss si trova in missione militare con l'aiuto di Peeta, ancora provato in seguito alla sua detenzione nel precedente capitolo.
Katniss tra mille difficoltà si troverà a dover sostenere l'ultima ardua prova degli Hunger Games, ancora più cruenta che in passato.
Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte II è l'ultimo capitolo della fortunata saga che ha portato un successo strepitoso a Jennifer Lawrence, divenuta ormai di fatto una delle stelle più luminose di Hollywood. Francis Lawrence torna a dirigere le avventure di Katniss, che sbarcheranno sugli schermi italiani il 19 novembre.

giovedì 5 novembre 2015

GOODBYE: Addio a Melissa Mathison




La mamma di E.T. non c'è più. La sceneggiatrice Melissa Mathison è venuta mancare mercoledì 4 novembre, dopo una lunga malattia.
Debuttò come sceneggiatrice nel 1979, scrivendo lo script di Black Stallion, ma fu l'incontro con Steven Spielberg che fece decollare la sua carriera, affidandole la sceneggiatura di E.T. - L'extraterrestre. Per questo film ricevette la nomination agli Oscar per la miglior sceneggiatura.
E grazie a lei, milioni di bambini sognavano di volare a bordo della loro bicicletta, come il piccolo Elliot. Successivamente scrisse la sceneggiatura di The Twilight Zone - Ai confini con la realtà, film per la televisione prodotto però da Spielberg.
Dopo aver conosciuto il Dalai Lama e aver scritto lo script di Kundun, diretto da Martin Scorsese, abbracciò la fede buddista e divenne una sostenitrice della causa tibetana.
Fu la moglie di Harrison Ford dal 1983 al 2004, incontrato sul set di Apocalypse Now nel 1979, dove Mathison lavorò come assistente alla regia di Francis Ford Coppola.

lunedì 2 novembre 2015

FILMOGRAFIA: Pierpaolo Pasolini





Nome: Pier Paolo Pasolini
Anno di nascita: 05/03/1922
Anno di morte: 02/11/1975
Luogo di nascita: Bologna, Italia
Professione: regista





Regista:

(1975) Salò e le 120 giornate di sodoma
(1974) Il fiore delle mille e una notte
(1972) I racconti di Canterbury
(1971) Il Decameron
(1970) Le mura di San'a
(1969) Amore e rabbia
(1969) Porcile
(1969) Medea
(1968) Teorema
(1967) Edipo re
(1967) Le streghe
(1966) Uccellacci e uccellini
(1963) La rabbia
(1963) Ro.Go.Pag
(1962) Mamma Roma
(1961) Accattone

venerdì 30 ottobre 2015

CELEBRATION (25th Anniversary): Pretty Woman

Come join the party, it's a celebration! Nuova rubrica in casa Director's cult, che celebra l'anniversario di un classico della commedia romantica: Pretty Woman. 25 anni, ma portati con grinta. Ancora oggi è un cult assoluto con una deliziosa Julia Roberts.




Titolo: Pretty Woman
USA, 1990
Cast: Julia Roberts, Richard Gere, Hector Elizondo, Laura San Giacomo.
Sceneggiatura: J.F. Lawton.
Regia: Garry Marshall
Durata: 110'


Vivian Ward (Julia Roberts) è una moderna Cenerentola che ha perso la scarpetta e ora si ritrova a Hollywood Boulevard con una parrucca bionda, un abito succinto e i tacchi a spillo.
Edward Lewis (Richard Gere) è il principe che invece ha indurito il suo cuore e prende le aziende in fallimento, le smembra e le rivende a cifre da capogiro.
Ma se nella favola Cenerentola perde la scarpetta e la ritrova grazie al principe, in questa favola degli anni Novanta è il principe che perde la strada verso casa (o meglio, una stanza in uno dei più lussuosi hotel di Beverly Hills) e la ritrova con questa deliziosa fanciulla che ancora non sa di essere una principessa.
Non siamo in un paese incantato, ma siamo nella luccicante Beverly Hills, dove se non sei ricco non sei nessuno.
Il principe Edward però, non le pone la scarpetta di cristallo, ma un consistente affare: una settimana con lui per un prezzo da capogiro. Un’offerta che non può rifiutare. E non lo fa. Perché Cenerentola avrà anche un cuore d’oro, ma anche un gran senso per gli affari.
Ma lei ha bisogno di una trasformazione, e per questo c’è una fatina piccola piccola che si chiama carta di credito, che con un solo tocco apre le porte dei più lussuose e modaiole boutique di Rodeo Drive. E Cenerentola è pronta per il gran girotondo di balli nell’alta società americana per un’intera settimana.
Garry Marshall alleggerisce la parabola esistenziale di questa splendida ragazza che sognava Los Angeles e invece è finita a calcare i marciapiedi facendo il mestiere più antico del mondo. E se l’Hollywood Boulevard ha il marciapiede costellato di stelle, queste stelle sono calpestate da tacchi a spillo vertiginosi, pronti a muoversi per salire sull’auto di un uomo che non ricorda neanche lontanamente il principe azzurro.
Ma ognuno nella vita merita una seconda chance, e a Vivian capita un uomo d’affari senza scrupoli con una vita sentimentale vuota e capace solo di fare soldi calpestando tutti pur di raggiungere i suoi obiettivi. 
In una città scintillante come Beverly Hills, tutto è basato sull'apparenza: se Vivian dall'esterno è una ragazza volgare con abiti altrettanto volgari, ma nasconde un'anima pura, Edward invece ha l’apparente eleganza di un uomo d’affari vestito in Armani, ma dentro è un uomo arido incapace di provare reali sentimenti. 
Vivian vive la sua favola ed entra nel magico mondo dei ricchi californiani, ma è mal vista dalla miriade di sorellastre cattive dei negozi di moda che le vedono in lei solo la prostituta, con i tacchi a spillo, dai modi spicci e disdicevoli. E non si pongono problemi a rammentarglielo.
Meno male che c’è il pigmalione di turno che, nelle vesti del direttore dell’hotel (Hector Helizondo) vede in lei sì una donna di strada, ma anche una ragazza carina e ingenua che può essere una ragazza di classe e con stile. Perché nel fatato mondo di Beverly Hills, la classe puoi acquistarla con un favoloso abito firmato. E le sorellastre cattive possono solo stare a guardare rose dall’invidia.
Se Vivian ha la possibilità di essere una “signora per un giorno”, Edward a sua volta avrà la chance di vivere una vita migliore imparando a godersi l’aspetto semplice della vita, ma soprattutto a rispettare il prossimo.
E se Edward le offre l'opportunità di cambiare vita, Vivian a sua volta gli da quello scossone che lo sveglia dal torpore capitalistico in cui era caduto.
Entrambi impareranno l’uno dall’altra, e immancabile scocca l’amore. Altrimenti che Cinderella e principe azzurro sarebbero?
Ma sappiamo benissimo che in Pretty Woman la favola non finirà. Perché dopo 24 anni, Pretty Woman è una scoppiettante commedia romantica che ancora affascina e avvince, che è ancora perfetta per una “chicken nigth”, ovvero una serata tra ragazze.
E in effetti Pretty Woman sdogana il genere dei “film per gallinelle” che imperverseranno negli anni Novanta, lasciando spazio a film con storie femminili che hanno deliziato una generazione di trentenni non ancora entrate nella Sex and the City Generation.
Diretto con mano leggera e sicura da Garry Marshall, Pretty Womanin realtà è più cinico di quanto si possa immaginare, anche se il tutto è sapientemente annacquato per fare leva sull’aspetto romantico e sognante. Un po’ come bere il vino con l’acqua. Ma alla fine bevi sempre il vino, solo che è più leggero.
La ricetta vincente di Pretty Woman è una sceneggiatura semplice ma briosa, una bella colonna sonora, ma soprattuto un cast vincente a partire dalla coppia Richard Gere e Julia Roberts, e impreziosita da Hector Helizondo (che girerà tutti i film diretti da Garry Marshall), Ralph Bellamy star delle commedie anni Trenta alla sua ultima apparizione, e Laura San Giacomo nel ruolo dell’amica di Vivian.
Pretty Woman mantiene intatta la freschezza di una favola romantica, che non ha perso smalto nel corso degli anni, divertendo e perché no, facendo sognare le “gallinelle” oggi forse parecchio più ciniche delle “gallinelle” di venti anni fa, ma sotto sotto nascondono ancora un’anima sognatrice.


Voto: 8

mercoledì 28 ottobre 2015

MONOGRAFIA: Cara Delevingne



Il mondo del cinema ha sempre accolto a braccia aperte le modelle, che, stufe di essere dei manichini ambulanti e una bella faccia immortalata su Vogue, hanno deciso di dare una sterzata alla loro carriera. 
La lista è lunga - da Lauren Hutton, a Milla Jovovich, dall'esordio flop di Cindy Crawford, all'Oscar vinto dalla ex modella Charlize Theron (ve lo ricordate il famoso vestitito impigliato nella sedia dello spot Martini? Beh, lo indossava lei), a misteri della recitazione come Monica Bellucci - non poteva mancare l'astro nascente del cinema inglese, la super modella Cara Delevigne, top model britannica famosa per le sue sopracciglia alla Jennifer Connelly.
Cara Jocelyn Delevingne nasce a Londra il 12 agosto del 1992 e fin dall'età di 4 anni sogna di fare la modella.
E ci riesce, diventando il volto di Burberry (che la vede al fianco di Kate Moss ed Eddie Redmayne) a soli 17 anni. Giovane ma già con le idee chiare, decide che i catwalk non la divertono più e si da al cinema. E il cinema, le apre la porta di ingresso principale, offrendole un  ruolo in Anna Karenina di Joe Wright (2012), interpretando la contessina Sorokina.
Successivamente comincia ad emergere sempre di più, arrivando a contendersi la scena con Kate Beckinsale in La faccia di un angelo di Michael Winterbottom (2014), incentrato sull'omicidio di Meredith Kercher.
Brucia in fretta le tappe e arriva ad essere protagonista assoluta già al terzo film con Città di carta (2015), nel ruolo di Margo, oggetto del desiderio di Quentin, che scoprirà quanto l'amore offusca l'obiettività e Margo sia diversa da come la immaginava.
Joe Writgh la scrittura nuovamente nel reebot di Peter Pan, Pan-Viaggio nell'isola che non c'è (2015), trasformandola in una sirena incantatrice.
Ormai la sua carriera è lanciatissima e tra una campagna pubblicitaria per Mango e una per Yves Saint Laurent, ha il tempo di recitare nell'atteso blockbuster Suicide Squad (2016), dove farà il ruolo della incantatrice. Empire Uk le ha già dedicato la copertina. Riuscirà a incantare il pubblico facendola diventare la nuova attrice di punta del cinema britanninco?

martedì 27 ottobre 2015

VIDEOCLIP REVIEW: The Importance of Being Idle




Titolo: The Importance of Being Idle
GB, 2005
Band: Oasis.
Protagonista: Rhys Ifans.
Regia: Dawn Shadforth.
Durata: 3'56''


Oggi è la giornata più importante caro Idle, è ora di alzarsi dal letto. E' la tua festa caro Idle, sistemati la cravatta e mettiti la giacca del vestito più elegante che hai. Sei pronto? E' il giorno in cui dici addio al mondo. E' il tuo funerale caro Idle, il tuo momento è arrivato. E devi celebrare il tuo giorno, sei tu il regista di tutto, fai in modo che sia un evento indimenticabile: canta, balla, prendi in prestito lo stile jazz di New Orleans per un attimo per rendere tutto perfetto e impeccabile. 
Chissà dove ti porteranno carissimo Idle. Dici che sarà divertente come il mardì gras di New Orleans? Non importa, perché il viaggio lo condurrai tu, e sarà divertente e in grande stile.
E' arrivato il momento di andare Idle. Saluta tutti. Lo so che i tuoi amici e i tuoi parenti sono tristi, ma la festa è finita e gli invitati si possono congedare.
Non piangete per lui, lo so che avete il cuore spezzato. Idle è qui con voi un ultima volta, per salutarvi e vi ringrazia per l'affetto che gli dimostrate.
The Importance of Being Idle è un videoclip degli Oasis, e per una volta si sono messi da parte per rendere Rhis Ifans il protagonista assoluto del videoclip. Diretto da Dawn Shadforth, la regista inglese riprende lo stile di un musical, tanto caro alla cultura londinese, con una coreografia semplice ma ben studiata, sposandola con lo stile dei funerali che si celebrano a New Orleans. 
Il tutto è incorniciato in un bianco e nero che rende omaggio alla cinematografia inglese anni Sessanta. Rhis Ifans è perfetto nel dare la giusta dose di sarcasmo e ironia a Mr. Idle, che ha deciso di lasciare questo Mondo a modo suo, con una canzone degli Oasis, che omaggiano il caro estinto, cantando con malinconia la sua dipartita.
Goodbye Idle, grazie per aver reso speciale il tuo ultimo viaggio.

venerdì 23 ottobre 2015

THE GOLDEN ERA: Ivor Novello




Durante la notte, un giovane con il volto coperto bussa alla porta della famiglia Bunting, residenti nel rispettabile quartiere di Bloomsbury, per affittare la camera. E' solo un pensionante, ma verrà scambiato per il Vendicatore, terribile assassino di giovani bionde fanciulle che terrorizza la città di Londra.
Ivor Novello grazie al ruolo del pensionante - esordio di Sir Alfred Hitchcock - divenne una star, proprio quando l'epoca del muto stava per tramontare.
Attore eclettico e di talento, Ivor Novello nacque a Cardiff il 15 gennaio del 1893 e fu un attore che recitò prevalentemente in teatro a Londra, scrivendo e recitando numerose commedie musicali, al punto da divenire una gloria nel West End londinese; città che ha istituito  nel 1955 il celebre Ivor Novello Award per le migliori composizioni musicali e teatrali. 
Novello divenne così famoso da portare i suoi musical a Broadway, ma ebbe anche una eccellente carriera cinematografica, diventando in breve famoso: recitò ne La ragazza di Boemia (1922) e l'anno successivo venne diretto da David Wark Griffith ne La rosa bianca, dove interpreta il ruolo di un giovane aristocratico. Ruolo che gli calza a pennello: affascinante e dai tratti delicati, Novello fu perfetto per interpretare le parti del giovane rampollo spesso tormentato.
Occasione che sfruttò a pieno Hitchcock, che lo volle per il suo esordio ne Il pensionante (1927).
Novello fu perfetto nell'incarnare il giovane (ricco) nevrastenico il cui comportamento ambiguo fa pensare che si tratti di un omicida. Allo stesso tempo però riuscì a essere romantico e tormentato, per la gioia delle sue fan.
Hitchcock lo volle per un altro film, Downhill, dove interpretò uno studente espulso in seguito a una calunnia, portandolo in un veloce declino sociale.
Novello recitò al cinema fino al 1934, preferendo successivamente di concentrarsi sul teatro, la sua prima grande passione (nel 1940 fece ben 969 recite del suo musical The Dancing Years al teatro Adelphi di Londra).
Morì improvvisamente a causa di un infarto il 6 maggio 1951, dopo una esibizione.
La memoria di Novello nel circuito teatrale londinese è ancora viva, ma anche al cinema, con un sincero omaggio di Robert Altman, che fece di lui un 'personaggio' in Gosford Park, facendo interpretare Novello all'inglese Jeremy Northam.