martedì 4 marzo 2014

GOODBYE: Addio a Alain Resnais



Non c'è pace per il cinema. Dopo il funesto mese di febbraio, il primo marzo ci ha lasciati un pezzo di storia del cinema: Alain Resnais. 
Aveva 91 anni ed era ancora in attività, infatti nel 2013 aveva girato Non avete ancora visto niente, e l'inedito Aimer, boit et chanter (2014), premiato a Berlino con l'Orso d'argento. Pezzo di storia per aver fatto parte della Nouvelle Vague francese (anche se era della "fazione" Rive Gauche), che, insieme a Jean Luc Godard e François Truffaut rivendicarono sul finire degli anni Cinquanta il loro ruolo di creatori legittimi di un film con la politique des auteurs.
Resnais esordì con un piccolo gioiellino Hiroshima mon amour (1959), storia d'amore tra un architetto giapponese e un'attrice francese. Rensais utilizzò un linguaggio cinematografico innovativo per l'epoca attraverso l'uso del flashback per mostrare il dolore causato dalla guerra, creando un film pacifista. Il tema della guerra venne analizzato in Muriel, il tempo di un ritorno (1963), sulla guerra in Algeria e La guerra è finita (1966), con Yves Montand.
Nel 1974 diresse Stavinsky il grande truffatore con Jean Paul Belmondo, mentre si mise a esplorare la psiche umana con Mon oncle d'Amerique (1980) esaminando i meccanismi di difesa del cervello (conflitto, fuga, autodistruzione).
La costante del tempo venne elaborata non solo nel suo film d'esordio, ma anche in L'anno scorso a Marienbad (1962), e in Smoking/No Smoking (1993) due film che si snodano su due binari che dipendono da un'azione (in questo caso il fumo di una sigaretta) che può influire sul destino della coppia interpretata da Sabine Azema e Pierre Arditi.
Negli anni 2000 aveva sperimentato sul linguaggio e sull'amore: le parole non servono quando le puoi sostituire con le canzoni: Parole, parole, parole (2003), l'amore e la sofferenza che può provocare viene affrontata in Cuori (2006). L'amore può essere strano e ossessivo ne Gli amori folli (2009) premio speciale della giuria di Cannes.
L'ultimo capitolo del suo universo cinematografico l'aveva incentrato sulla vita e sulla morte. E il suo testamento cinematografico è Aimer, boit et chanter (2014), appunti dell'esistenza di Mr. Riley, prossimo a lasciare il mondo a causa di un tumore, rimarrà l'eredità di un maestro che oggi non c'è più.


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