lunedì 9 settembre 2013

LA RUBRICA DEGLI ADDII: Addio ad Alberto Bevilacqua



Lo scrittore e regista Alberto Bevilacqua è venuto a mancare ieri a causa dell'aggravarsi di uno scompenso cardiaco.
Nato a Parma il 27 giugno del 1934, fu uno crittore di fama conosciuto anche all'estero, vincitore dei più importanti premi letterari italiani, Bevilacqua fu anche il regista delle sue trasposizioni cinematografiche.
Nel 1970 infatti esordì con La Califfa, interpretata da Romy Schneider, che impersona la donna ribelle che fa della sua sensualità il suo punto di forza nata tra le pagine del suo romanzo.
Altro libro diventato film è Questa specie d'amore, interpretato da Jean Seberg e Ugo Tognazzi, che vinse il David di Donatello come miglior film.
Diresse anche soggetti originali: con la collaborazione di Nino Manfredi (cui recitò la parte principale), sceneggiò e diresse Attenti al buffone (1976), storia di una donna che lascia il marito per un altro uomo (Eli Wallach), che verrà poi a sua volta umiliato dal protagonista diventato un guitto.
Da Boccaccio prese in prestito una novella del suo Decamerone, creando Bosco d'amore (1982), storia d'amore tra due esponenti dei casati rivali Orsini e Colonna.
Dal suo romanzo La donna delle meraviglie ne uscì un film con Ben Gazzara e Claudia Cardinale mentre l'ultimo film da lui diretto, risale al 1999 con Gialloparma, fitto di intrighi e umiliazioni contestato dai critici, ma il più amato dal regista/scrittore.
Sceneggiò e curò i soggetti per i film di Tinto Brass (La mia signora, episodio de L'uccellino 1964), Mario Bava (I tre volti della paura del 1963, Terrore nello spazio del 1965) e Steno (Anastasia mio fratello del 1973).
Un altro pezzo di cultura italiana se n'è andato.

2 commenti:

  1. E sembra pure che sotto ci sia il giallo... http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/13_settembre_9/bevilacqua-morto-a-roma-2222986764094.shtml

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    1. Sì, ma ne ero al corrente, ma ho preferito omettere...Se le accuse dovessero risultare fondate, sarebbe una cosa al limite dell'osceno... Come "uccidere la cultura"

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