sabato 30 ottobre 2010

RECENSIONE: Wall Street-Il denaro non dorme mai




Titolo:
Wall Street-Il denaro non dorme mai.
Titolo originale: Wall Street-Money Never Sleeps.
USA, 2010
Cast: Michael Douglas, Shia LaBoeuf, Frank Langella, Carey Mulligan, Eli Wallach.
Sceneggiatura: Bryan Borrough, Stephen Schiff.
Regia: Oliver Stone
Durata: 133'


Gordon Gekko ha passato otto anni di reclusione per frode e insider training. Un tempo all’apice del successo ora si ritrova da solo. Uscito di prigione nessuno è venuto a prenderlo. Sua figlia Winnie (Carey Mulligan) ha troncato i rapporti con il padre dopo la morte del fratello Rudy, di cui lo ritiene responsabile. Gekko è ancora un osso duro, incassa il colpo e cerca di risalire la china tenendo conferenze alle università, tenendo sempre sott’occhio il mondo dell’economia americana. Nel 2008 pubblica le sue memorie dal titolo “l’avidità è buona?” offrendo una riflessione sui cambiamenti del mondo della finanza odierno. Nulla è cambiato: cane mangia cane, un giorno sei all’apice e il momento dopo cadi rovinosamente. Questo succede a Louis Zabel (Frank Langella) fondatore della Keller Zabel e mentore del giovane Jake Moore (Shia LaBoeuf), rampante broker con il sogno di portare a termine un progetto sull’energia alternativa. Zabel non regge le voci infamanti di aver immesso dei titoli tossici (ad alto rischio) e decide di uccidersi gettandosi in metropolitana. Jake perde la sua figura di riferimento e vuole scoprire chi ha messo in giro le accuse che hanno portato Zabel alla morte. Jake incontra Gordon Gekko ad un convegno, e chi meglio di lui puo’ aiutarlo a scoprire la verità? Gekko nel corso degli anni sembra ammorbito e più disilluso, accetta di aiutare Jake, ma in cambio vuole che lo aiuti a riallacciare i rapporti con la figlia. A tradire Zabel è stato Bretton James (Josh Brolin), il nuovo squalo della finanza che ha fatto le veci di Gekko nel periodo in cui era in carcere. Jake medita vendetta… Oliver Stone torna 23 anni dopo sul “luogo del delitto” e ambienta la storia nel 2008, anno del crack delle banche, della crisi del mercato immobiliare durante gli sgoccioli dell’amministrazione Bush. Nulla è cambiato, il denaro soffre ancora l’insonnia e non c’è spazio per le innovazioni, i buoni propositi e l’onestà. Il 2008 è un anno perfetto per rispolverare alla grande il personaggio di Gekko, vecchio squalo un po’ ingrigito, ma con lo sguardo luciferino intatto. Gekko prevede la bancarotta, chi specula lo fa senza pietà, anche a costo di rovinare risparmiatori (sono sempre i contribuenti che pagano pegno, ammonisce il regista) e anche i banchieri. Ritornano le tematiche care al regista americano: il conflitto tra genitori e figli (la problematica madre di Jake, interpretata da Susan Sarandon, il rancore di Winnie nei confronti del padre), la ricerca di un padre putativo e soprattutto l’eterna lotta tra il bene e il male. Il male è rappresentato dalla speculazione, un cancro che devasta a suon di colpi bassi e immoralità incarnata da Bretton James, cinico, immorale, il Gekko del Ventunesimo secolo che colleziona arte da Keith Haring a Caravaggio e che non si pente neanche quando ormai la fortuna gli volta le spalle. Il bene è rappresentato dalla nuova “intellighenzia di sinistra” incarnati da Jake, broker rampante dal cuore d’oro, che sogna un futuro ecosostenibile e Winnie, blogger no-profit de “la cruda verità” che sogna lo scoop. Il male è. Come nel film precedente, la giustizia vince contro la disonestà, ma è proprio così? Non proprio e l’illusione di un sistema più onesto è incamerato ancora una volta nell’ambiguità di Gekko. Il lupo perde il pelo ma non il vizio, ed ecco che ottiene la sua rivalsa, di nuovo il successo a discapito degli affetti, ancora una volta; salvo poi ravvedersi (ma sarà vero?) e sciogliersi di fronte ad un’ecografia. Michael Douglas regala una nuova sfaccettatura al personaggio che gli regalò l’Oscar, ed è sempre un piacere vedere sul grande schermo due icone come Frank Langella ed Eli Wallach (cui Stone gli regala una citazione presa in prestito da Il buono, il brutto e il cattivo). Volenterosi i giovani Shia LaBoeuf e Carey Mulligan (il ruolo di Winnie è stato creato appositamente per lei). Splendida colonna sonora firmata da David Byrne & Brian Eno (la canzone dei titoli di testa è la stessa del primo film). Wall Street-Il denaro non dorme mai manca dell’allure patinato e cinico del film capostipite e con un finale in famiglia forse un po’ troppo zuccheroso per un duro come Stone, ma offre una perfetta radiografia del marciume cresciuto nel corso degli anni.

Voto: 7

A.M.

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